L'alpinista Tessarolo: in Nepal forse un'ecatombe anche nei villaggi rurali
Silenzio e neve. Non c'è altro adesso lungo il cammino che dal laboratorio Piramide arriva al campo base dell'Everest. Il terremoto ha stravolto ogni cosa sul sentiero che in questo periodo dell'anno è affollato dagli alpinisti. Lobuche è l'ultimo villaggio prima di arrivare al Campo base: "Oggi siamo stati lì, il lodge è danneggiato e non c'è nessuno", ha detto all'Ansa Claudio Tessarolo, uno dei cinque alpinisti che si trovano ne laboratorio Piramide dell'associazione Ev-K2-Cnr.
"Non abbiamo incontrato anima viva, nessuno che scendeva nessuno che saliva. Anche il Campo base - ha aggiunto - è stato evacuato del tutto". Non resta che andarsene. "Gli sherpa hanno recuperato un po' di materiale che era rimasto al Campo base; siamo vestiti così come lo eravamo sabato".
Il clima invernale e la neve rendono tutto ancora più complicato dopo il sisma che ha ucciso anche tre alpinisti trentini. "Partiamo domani, a piedi, anche se siamo un po' provati", ha detto ancora Tessarolo. Con lui si preparano a partire Mario Vielmo, Annalisa Fioretti, Sebastiano Valentini e Marco Sala.
"Arriveremo a Periche, poi a Tengboche, quindi Namche Bazar, fino a Monju e Lukla". Sono le tappe del sentiero del trekking che attraversa la Valle del Khumbu, ormai trasformato dal terremoto, con interruzioni che costringeranno a deviare e i ponti sospesi forse impraticabili. "In realtà - ha detto ancora - non sappiamo che cosa troveremo. Non c'è gente che sale e i pochi che scendono non possiamo ricontattarli. L'importante è che non danneggiati i grandi ponti, come quello di Namche".
Quello che si sa, ha aggiunto l'alpinista italiano, è che "la valle del Khumbu è totalmente paralizzata: ci sono danni in tutti i villaggi e Lukla è diventata un collo di bottiglia. Mi chiedo che cosa sarà nelle altre zone rurali". I villaggi rurali, difficili da raggiungere, sono per Tessarolo la maggiore incognita: nessuno ancora sa quante possano essere le vittime in quelle zone sperdute. Il problema del Nepal è che non ha strade. E poi nessuno parla dei Tibetani".
Quanto a Kathmandu, "è stata vittima di un'urbanizzazione selvaggia dal 2006 e dal allora la popolazione è passata da un milione e mezzo a cinque milioni di abitanti".
Impossibile prevedere quante potranno essere le vittime. "Spero che la comunità internazionale agisca in maniera drastica e immediata. Kathmandu - ha osservato - è la città con la più alta percentuale di edifici religiosi del mondo, è un patrimonio che si rischia di perdere. Bisogna chiedersi che cosa succederà, sono molto preoccupato. Questo non è un Paese qualsiasi".