Rossi ad Innsbruck: Euregio e trilinguismo per «ricordare» la prima guerra mondiale

Domani ricorre il 24 maggio, l’anniversario della dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria, aprendo così lo scenario del primo conflitto mondiale. Ad un secolo di distanza, i tre territori - Trentino, Alto Adige/Südtirol e Tirolo, riuniti nell’Euregio - hanno ricordato insieme l’anniversario per ribadire l’impegno di oggi a costruire ponti verso la pace. La cerimonia di commemorazione si è tenuta oggi ad Innsbruck nello scenario solenne della piazza del Landestheater.
Alla parata dei corpi militari storici e delle varie federazioni di Schützen e Kaiserjäger è seguita la celebrazione religiosa, officiata dai vescovi diocesani di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, e di Innsbruck, Manfred Scheuer, e dal vicario Tomasi, in rappresentanza dell’arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, «La guerra ha segnato con la morte e la povertà i nostri territori - ha ricordato Sua Eccellenza, il vescovo Scherer - ed è il monito per le future generazioni contro ogni forma di violenza e guerra».

Nel pomeriggio, la commemorazione si è spostata nel Centro congressi di Innsbruck, dove i tre  presidenti Ugo Rossi, Günther Platter ed Arno Kompatscher hanno discusso con i giovani dell’Euregio della storia di allora, della situazione attuale e dei passi verso il futuro.

Dopo aver ricordato la tragicità degli eventi bellici in Trentino - «teatro di guerra e terra che ha visto oltre 110 mila persone, metà della popolazione, lasciare le proprie case» -, il governatore del Trentino si è soffermato su presente e futuro: «Dobbiamo impegnarci affinché l’identità unisca i nostri territori, Trentino, Alto Adige/Südtirol e Tirolo. È proprio nell’identità comune che troviamo la matrice di pace che deve saldare il comune desiderio di convivenza e benessere».
Rossi ha indicato nell’Euregio il modello a cui fare riferimento: «Un apporto importante può essere dato dalla “lettura condivisa” della nostra storia, che non significa storia a senso unico, bensì una lettura della storia che accomuna senza estremizzare le diversità. Ma l’Euregio è molto di più perché, ad esempio, contiene importanti opportunità per il futuro. Ci sono temi o punti, per usare il tema della giornata di oggi, che possiamo affrontare solo congiuntamente, a partire da quelli relativi alle infrastrutture strategiche. Mi riferisco al tunnel del Brennero e ai ponti fisici dell’Autobrennero. Ma mi riferisco anche alla possibilità di sviluppare politiche congiunte per quanto riguarda altre “reti”: energia, dorsali in fibra ottica, Università e ricerca, e dell’internazionalizzazione dei nostri territori».

L’intervento trentino ha riservato un passaggio ai giovani e al trilinguismo: «Il nostro obiettivo è quello di preparare le nuove generazioni a esprimersi, a pensare, a lavorare in tre lingue: italiano, tedesco e inglese. Questo non può che favorire l’interscambio e la mobilità, in primo luogo proprio all’interno dello spazio euroregionale. Non è più pensabile considerare le nostre esigenze separatamente, dobbiamo imparare a ragionare su un mercato del lavoro comune, su un bacino comune dal quale attingere manodopera qualificata, tecnici, cervelli, a seconda delle esigenze che le nostre imprese, i nostri servizi, le nostre amministrazioni manifestano, indipendentemente dai confini provinciali».
L’Euregio può essere visto come una porta comune verso l’Europa. «La consapevolezza di quello che è avvenuto cento anni fa e che emerge in questa commemorazione comune - questo il senso della posizione trentina - dovrebbe spingerci a ragionare di più sul valore rappresentato dall’Europa e dal suo ruolo politico, ad incominciare dall’Euregio. Dalla catastrofe è nata per i nostri territori un’opportunità a costruire nuovi ponti di pace. Il primo ponte è stato l’accordo De Gasperi - Gruber, seguito da altri ponti, come la nascita delle due autonomie e l’Euregio. Il tema dell’Autonomia è fondamentale ed è con questo che possiamo fare valere il nostro contributo in Europa e nel mondo: l’Autonomia speciale viene citata sempre più spesso come un esempio particolarmente felice di risoluzione pacifica e consensuale di conflitti legati ai confini e alla presenza di minoranze sul suolo nazionale. Alle nuove generazioni dico che spetta a loro costruire altre porte, altre opportunità, altri ponti verso il futuro, tenendo presente che i ponti più importanti sono i ponti di pace e fratellanza che costruiremo nelle nostre teste».

La giornata si è conclusa con il concerto dell’Euregio, ad opera di musicisti del Tirolo, Alto Adige/Südtirol e Trentino.

 

 

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