Matteo Renzi a Putin: «Copia l'Alto Adige»
Il presidente russo ha visitato l'Expo poi ha incontrato il premier, Mattarella e l'amico Berlusconi
Via le sanzioni, «dannose» non solo per Mosca: i primi a non gradirle sono gli «imprenditori italiani» che perdono «un miliardo di euro da contratti già siglati». Il messaggio che il presidente russo Vladimir Putin porta a Matteo Renzi, visitando l'Expo di Milano, è chiaro: andare avanti così non conviene a nessuno, «le sanzioni vanno eliminate».
E l'unica strada per uscire dalla crisi è «applicare gli accordi di Minsk» sull'Ucraina, principio condiviso - assicura Renzi - con il presidente russo. Quel protocollo detto «Minsk 2» che il premier definisce «la bussola di tutti gli sforzi» e che è stato al centro anche dell'incontro con il papa e con il capo dello Stato Sergio Mattarella. «Abbiamo offerto anche un modello italiano, quello dell'Alto Adige, per garantire autonomia e decentramento», ricorda Renzi.
Ma ciò che Mosca vuole sottolineare è che le sanzioni rischiano di trasformarsi in un vero e proprio boomerang per Bruxelles. E non è un caso che mentre l'aula di Strasburgo indurisce i toni approvando un rapporto nel quale viene messo nero su bianco che la Russia «non è più un partner strategico della Ue», dall'Expo il ministro russo dello Sviluppo economico, Alexiei Uliukaiev, accanto a Putin, ostenta sicurezza. È difficile, dice, che l'Unione europea inasprisca le sanzioni, per la maggior parte dei paesi che ne fanno parte «le conseguenze sono negative».
Insomma la Russia non cambia una virgola della sua iconografia muscolare, a cominciare dagli ormai usuali ritardi di Putin, come quello, sempre a Milano alcuni mesi fa all'Asem, che fece infuriare la Merkel. Ieri lo «zar» si è presentato all'Expo un'ora dopo il timing fissato, 70 minuti di ritardo anche all'incontro con il papa in Vaticano. Nel pomeriggio romano c'è anche l'incontro con Mattarella e poi, in serata, il saluto in aeroporto con «l'amico» Berlusconi.