Ignazio Marino indagato per peculato e truffa
Ignazio Marino ritira le dimissioni e sfida il Pd che studia le contromosse e sembrerebbe aver raggiunto quota 25, il numero di consiglieri che facendo un passo indietro possono provocare lo scioglimento del Comune. Hanno già lasciato 7 assessori. Ma il passo indietro in massa degli assessori dovrebbe arrivare entro 24 ore impedendo il confronto che invece Marino chiede avvenga in Aula. «Con senso di responsabilità - fanno sapere dal Pd romano al termine di una riunione-fiume - nei confronti dei romani e di Roma che non merita il protrarsi di questa penosa attesa siamo uniti e determinati a dare alla Capitale da domani un nuovo inizio».
Fonti vicine al segretario del Pd smentiscono le ricostruzioni di alcuni organi di informazione secondo le quali Renzi avrebbe posizioni divergenti sulla vicenda capitolina da quelle del presidente del partito e commissario romano Matteo Orfini.
Secondo quanto riporta «La Repubblica» Marino è indagato dalla procura di Roma per la vicenda delle spese effettuate con la carta di credito intestata al Comune. I pm contestano i reati di peculato e concorso in falso in atto pubblico. Marino, stando a quanto si legge, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia il 28 ottobre scorso. Quella resa nota da Repubblica non è però l'unica novità sul fronte giudiziario per il sindaco di Roma.
Stando a quanto scrive il Corriere della Sera, Marino sarebbe finito nel registro degli indagati, questa volta per l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, anche nel procedimento avviato nei mesi scorsi dai pm coordinati dal Procuratore, Giuseppe Pignatone, sulla "Image onlus", fondata nel 2005 dall'esponente del Pd per fornire aiuti sanitari in Honduras e nel Congo. In questo caso l'iscrizione, stando all'articolo del quotidiano milanese, sarebbe avvenuta nei mesi scorsi.
Ieri la Procura aveva smentito la notizia, diffusa poco prima dal legale di Marino, di una richiesta di archiviazione del procedimento.