L'Inps apre al reddito minimo, Renzi si oppone
Diego Mosna su Twitter: «Boeri da sostenere»
La proposte dell'Inps su pensioni e assistenza sociale, dopo un dibattito che va avanti da mesi, diventano pubbliche. Un documento che ha il suo cuore in una proposta di legge, con articoli, commi e allegati. Il primo obiettivo è «abbattere del 50% la povertà tra chi ha più di 50 anni», istituendo un reddito minimo da 500 euro. Per finanziarlo l'Istituto avanza l'ipotesi di prelievi sui pensionati d'oro, circa 250mila persone, e il blocco di sostegni assistenziali per le famiglie più ricche, oltre mezzo milione di teste.
Si tratta di idee che fonti del ministero del Lavoro, in serata, giudicano «utili» alla discussione, ma su cui si è deciso di «rinviare» anche perché ci sono misure «che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi». E per evitare ciò, proseguono le stesse fonti, «servono risorse» che «ora non ci sono». Una posizione netta che fa cenno anche alle parole pronunciate del premier Matteo Renzi poco prima che il rapporto di Boeri venisse messo online. Il presidente del Consiglio ha definito «un errore» fare tagli sulle pensioni. E ha spiegato: «Alcuni correttivi proposti dall'Inps di Tito Boeri avevano un valore di equità: si sarebbe chiesto un contributo a chi ha avuto più di quanto versato. Non mi è sembrato il momento: dobbiamo dare fiducia agli italiani». Ma sul momento dell'uscita del dossier fonti di Governo fanno sapere che c'è stata intesa.
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A prescindere dall'arrivo di possibili novità in materia, la pubblicazione del documento, intitolato «Non per cassa ed equità», ha suscitato diverse reazioni. C'è chi come l'ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha criticato il contenuto, giudicando la proposta «non condivisibile» laddove prevede «l'applicazione a ritroso, a pensionati e pensionandi, del metodo "contributivo"» e chi, è il caso del sottosegretario Enrico Zanetti, ha invece espresso «forti perplessità sul metodo».
Tornando al lavoro dell'Inps, è un documento di 69 pagine che pone le premesse per una riforma del sistema dopo l'intervento Fornero-Monti: «Vogliamo interrompere la pratica delle misure parziali», si legge nella premessa. La parte da leone la fa una vera e propria proposta di legge con 16 articoli, che toccano la flessibilità in uscita ma non solo. C'è infatti la previsione di un reddito minimo per gli over55 per un costo di circa 1,1 miliardi di euro e una platea di possibili beneficiari di 567.000 persone. Buona parte delle risorse arriverebbero dal blocco dei trasferimenti assistenziali a chi ha un reddito equivalente lordo sopra i 32mila euro. Per finanziare invece le uscite anticipate, a partire dai 63 anni, viene proposto il ricalcolo con il contributivo delle pensioni più alte, oltre i 5mila euro al mese e un congelamento degli importi per quelle oltre i 3.500.