In consiglio nuovo scontro sulla sanità Nel mirino finisce il direttore dell’Apss Flor
La risoluzione per impegnare la giunta provinciale a ritirare l’incarico a Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda sanitaria, con la motivazione che avrebbe dovuto presentare «un piano di azione preventivo», per evitare i disagi che si sono verificati agli ospedali periferici di Arco, Tione, Cavalese, Borgo e Cles, alla fine i consiglieri di minoranza ieri l’hanno presentata riuscendo a mettere così ancora una volta in difficoltà la maggioranza alimentando una tensione arrivata ormai alle stelle.
La discussione su Flor ha infatti evidenziato la lacerazione che appare ormai insanabile tra l’ex assessora alla salute Donata Borogonovo Re (Pd) e il presidente Ugo Rossi con il nuovo assessore Luca Zeni, anche lui del Pd, nonostante la risoluzione sia stata bocciata e ha prodotto anche nuovi distinguo come la decisione di Luca Giuliani, consigliere di Arco del Patt, di non partecipare, in dissenso con la linea della maggioranza, né al voto della risoluzione su Flor né di una seconda risoluzione presentata dalle minoranze e accolta all’unanimità - con il sì di Zeni - per equiparare il funzionamento del reparto di ortopedia di Tione a quello di Cavalese.
La richiesta di sfiducia a Flor, firmata da Giacomo Bezzi (Forza Italia), Claudio Cia (Civica Trentina), Filippo Degasperi (M5S), Massimo Fasanelli (Gruppo misto) e Maurizio Fugatti (Lega nord), ha provocato un nuovo scontro fra la consigliera del Pd, Borgonovo Re, e il presidente Rossi.
Prima del voto, infatti, Borgonovo Re ha preso la parola per rimarcare che quando lei era assessora alla sanità era stata lasciata all’oscuro della scadenza dell’entrata in vigore della norma sui turni di riposo dei medici applicata poi dal 25 novembre scorso con i disagi noti. «Io - ha detto Borgonovo in consiglio provinciale - non avevo nessuna conoscenza e consapevolezza dell’esistenza della norma e dell’approssimarsi della scadenza. Era una norma totalmente sconosciuta - ha aggiunto - e immagino che la giunta nell’esercizio delle sue funzioni analizzerà la vicenda individuando il contesto in cui è esplosa».
Borgonovo ha anche ricordato che: «Senza nessuna intenzione vendicativa avevo manifestato nel mio ruolo di assessora alla salute la mia intenzione di rinnovare i vertici dell’azienda, un progetto che non è stato poi condiviso dopo di me». Alla fine, comunque la consigliera ha dichiarato che avrebbe votato contro la risoluzione delle minoranze visto che la responsabilità della fiducia o meno al direttore spetta alla giunta.
Queste dichiarazioni hanno fatto imbufalire il presidente Rossi che al termine dei lavori ha commentato avvilito: «Non ho mai sentito dire una cosa così, penso che nei lavori del consiglio non si sia mai caduti così in basso. Sono avvilito. Tutti sapevano della norma e tutte le Regioni hanno gestito la cosa come abbiamo fatto noi». E l’assessore Zeni non ha voluto commentare ma ha rimarcato che lui è abituato ad assumersi le sue responsabilità non a scaricarle su altri. Il capogruppo del Pd, Alessio Manica, ha cercato al termine di gettare acqua sul fuoco dopo questa settimana difficile per la maggioranza evidenziando che: «Donata ha respinto la richiesta di sfiducia, assieme alla maggioranza. Non ha quindi avallato lo scarico di responsabilità sulla struttura come voleva la minoranza. Ha poi chiarito quale fosse la sua conoscenza del problema per fugare alcune malignità che giravano. Mi sembra sia stata chiara nel dire che le responsabilità sono della politica e non mi sembra si sia chiamata fuori».
Il voto (segreto) contro Flor, comunque, ha visto qualche defezione da parte della maggioranza, mentre anche la minoranza si è divisa. Il risultato è stato infatti di 8 favorevoli, 21 contrari e 3 astenuti. I tre astenuti sono stati i consiglieri di Progetto Trentino, come dichiarato dal capogruppo Marino Simoni. Ma i favorevoli, visto che era assente Claudio Civettini (Civica trentina), sono risultati uno in più rispetto ai voti dei consiglieri di minoranza presenti. Questo vuol dire che si è aggiunto un voto della maggioranza. Inoltre, tra le file del Patt, mancava Manuela Bottamedi, mentre Luca Giuliani, che già il giorno prima si era fatto sentire esprimendo forti preoccupazioni per l’ospedale di Arco, ieri ha dichiarato che non avrebbe partecipato al voto né della risoluzioni pro ortopedia a Tione né a quella contro Flor.
«Io - spiega Giuliani - avevo chiesto alla maggioranza di presentare noi una risoluzione per impegnare la giunta con una visione complessiva della valorizzazione della rete degli ospedali di valle, non di singoli ospedali. Si è voluto invece dire sì alla risoluzione su Tione». Insomma, la fibrillazione in coalizione continua.