Confische ai profughi in Danimarca Dellai: legge simbolo del declino
Anche la data appare tristemente simbolica: alla vigilia della Giornata della memoria, il Parlamento danese ha approvato le contestate norme sulla confisca di beni ai richiedenti asilo, per destinarli a un fondo a copertura delle spese di accoglienza durante l’iter della domanda.
Innumerevoli le reazioni critiche nei riguardi della nuova legge, che rende più difficili anche il ricongiungimento familiare, sostenuta dal governo conservatore ma anche dall’opposizoone socialdemocratica, entrambe preoccupate dell’avanzata a destra del partito del popolo.
«La decisione del Parlamento danese rende drammaticamente l’idea di un triste declino. Emerge da questa decisione, come da tanti altri segnali, una Europa vecchia, incattivita e impaurita», commenta il deputato Lorenzo Dellai.
«Ed è significativo - prosegue l’ex presidente trentino - che l’epicentro di questo declino sia annidato nel cuore di alcune società del Nord Europa.
Ciò dimostra come ricchezza, tecnologia ed esaltazione dei diritti, senza presidio etico e senza spirito di comunità, non producono società capaci di affrontare i segni contraddittori di questo tempo con nervi saldi e fiducia nel futuro. Oggi si potrebbe dire che Shakespeare aveva ragione: ”C’è del marcio in Danimarca”».
Il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, ha commentato le nuove norme con severità: «Le persone che hanno sofferto per scappare dalla guerre e messo le loro vite a rischio attraversando il Mediterraneo o camminando per migliaia di chilometri devono essere trattate con compassione, rispetto e secondo tutte le norme stabilite nella convenzione sui rifugiati».
«Prolungare senza alcun motivo la sofferenza di persone già vulnerabili allungando i tempi del ricongiungimento familiare è un errore. La Danimarca ha ripudiato il suo storico sostegno alle norme internazionali sancite dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati», dice John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
«Gli stati europei devono porre fine al progressivo distacco dai loro obblighi internazionali e proteggere la dignità e i diritti umani dei rifugiati» aggiunge Dalhuisen.
«Oggi è il 27 gennaio, la Giornata della memoria, e stiamo assistendo all’approvazione di alcune leggi che ci riportano indietro. È preoccupante quanto sta accadendo in Danimarca con l’approvazione della legge che toglie i beni a chi scappa da guerre e conflitti. Vedersi espropriato dei propri beni non è in linea con i valori fondanti della civiltà europea», commenta il presidente della Croce rossa italiana, Francesco Rocca, a margine di un incontro a Roma.
Parlando dell’accoglienza dei migranti in Europa, ha aggiunto: «Non è possibile che si assista a fili spinati, all’ innalzamento di muri e all’appropriazione di beni: è un segnale preoccupante».