Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, presenta l’iniziativa per la modifica del referendum costituzionale di ottobre, mentre a Firenze Matteo Renzi lancia la campagna del sì.

«Come Radicali, con l’appoggio di costituzionalisti tra i più affermati, abbiamo lanciato la campagna vogliamoscegliere.it, affinché sia data agli italiani la possibilità di esprimersi non su Renzi ma sul merito della riforma Boschi, votandola per parti separate o con i referendum parziali su singoli aspetti della riforma che stiamo sottoponendo a parlamentari di tutte le forze politiche».  

«Lanciando lo scontro tra l’Italia del sì e l’Italia del no sul referendum costituzionale Renzi si smentisce e indice ufficialmente il plebiscito su se stesso. Dopo il discorso di Firenze è infatti ancora più chiara ed evidente, e il premier non può certo negarla, l’operazione per trasformare il voto sulla riforma costituzionale in un voto su di sè e sul governo.
A questo punto - conclude Magi - potrebbe pensare di mettere direttamente la sua foto sulla scheda elettorale che i cittadini si troveranno davanti a ottobre».

Renzi, nella tappa sulle riforme costituzionali al teatro Niccolini di Firenze, si è mostrato molto sicuro di sé: «Noi vinceremo il referendum, ne sono certo, però quello che è più importante è coinvolgere gli italiani.

Sono in prima fila perché si capisca che da questa sfida dipende il futuro delle nostre istituzioni.
Ci abbiamo messo tutta l’energia possibile e continueremo a mettercela, continueremo a girare l’Italia per portare entusiasmo, energia e passione, ma il punto chiave è che questa sfida, la sfida di cambiare l’Italia, ha bisogno di argomenti concreti, della gente.

Io riparto da Firenze esattamente per chiedere alle donne e gli uomini che vogliono dire sì e che non si limitano a piangere, lamentarsi e rassegnarsi, di darci una mano perchè da qui a ottobre sarà un cammino meraviglioso, una sfida affascinante. Ci saranno tanti elementi di difficoltà, ma noi porteremo gli italiani a votare e a votare per dire sì al futuro, e no alla vecchia politica».