Brucia l'isola di Pantelleria «Crimine contro il parco»
Il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gabriele, ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza per l’incendio doloso che da tre giorni devasta Pantelleria.
«I danni - dice - sono incalcolabili. Siamo di fronte a un disastro ambientale e idrogeologico causato da un atto criminale senza precedenti».
Da ieri l’Aeronatica militare e l’azienda elettrica locale hanno attivato un gruppo elettrogeno. Viene così assicurata la prosecuzione delle attività commerciali e vengono mantenuti i servizi essenziali tra cui quelli dell’ospedale.
«È un attacco mirato e programmato», aggiunge Salvatore Gabriele, sul movente che ha indotto gli incendiari a innescare nell’isola un rogo devastante.
Il sindaco punta il dito contro un gruppo di «imbecilli» e di «criminali collegati a certe sacche di resistenza», tutti schierati contro l’istituzione di un parco nazionale.
Si tratta di un progetto che Gabriele ha lanciato durante il suo precedente mandato, tra il 2009 e il 2010, e che ha ripreso di recente con la presentazione di una richiesta da due mesi all’esame della Regione.
La procedura prevede il concerto con il governo nazionale ma, secondo Gabriele, non ci sono problemi perché «ci sono tutte le condizioni per l’istituzione di un parco».
«Anche la popolazione - aggiunge - è d’accordo: capisce che è una grande occasione di sviluppo e di rilancio. Questo coinvolgimento ha fatto nascere comitati spontanei a sostegno del progetto». Se n’è parlato anche in un’assemblea pubblica alla quale sono intervenuti la settimana scorsa i rappresentanti del Parco delle Cinque Terre, con il quale il Comune ha avviato un rapporto di scambio di esperienze.
Ma a Pantelleria l’idea ha suscitato anche resistenze sotterranee.
«Probabilmente - dice il sindaco - la presenza di un altro ente che gestisce le risorse del territorio e ne controlla la destinazione ha suscitato fastidi e preoccupazioni.
Ma noi siamo pronti, e lo stiamo facendo, a rispondere con denunce aperte e precise. Non ci fermeremo. Anche il sostegno della popolazione è una buona ragione per andare avanti».
Neppure l’intervento di quattro Canadair, dunque, è bastato a domare le fiamme di un lungo fronte che, dopo avere ridotto Montagna Grande in un paesaggio desolante, ha attaccato i luoghi turistici più rinomati come Rekele, Sibà, Fossa del russo, Kuddia e Tracino e Balata dei turchi. Le fiamme hanno raggiunto perfino la Grotta del Bagnasciutto.
L’incendio, che ora si è concentrato su Monte Ghibbele, ha provocato danni anche alle infrastrutture. Bruciata la rete di contenimento, c’è il rischio che da Montagna Grande possa precipitare massi a valle. Per questo il sindaco Salvatore Gabriele ha ordinato la chiusura della strada perimetrale. Molte località sono quindi irraggiungibili.