Scontro sul centro studi sull'autonomia proposto da Rossi Dorigatti: no del Pd a un progetto da 600 mila euro l'anno
«Ho visto che il vicepresidente Alessandro Olivi ha detto che lui non è favorevole e anche l'assessora alla ricerca, Sara Ferrari, è critica. Penso che gli assessori del Pd diranno no al Centro studi interdisciplinare sull'autonomia proposto dal presidente Ugo Rossi, e giustamente, visto il costo».
Al presidente del consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, non convince il progetto di cui ha parlato sabato scorso sull' Adige il governatore Ugo Rossi, di realizzare una struttura interdisciplinare incardinata nella Trentino School of Management (Tsm) e coordinata dal direttore Mauro Marcantoni che si occupi di studi e ricerche sull'autonomia e le sue problematiche attuali sotto vari profili (istituzionale nei rapporti con lo Stato e le altre Regioni, economico, giuridico, sociale, storico).
Il Centro studi sull'autonomia avrebbe un costo di almeno 600 mila euro l'anno e forse di più. Improponibile, secondo il presidente del consiglio provinciale.
Presidente Dorigatti, stanno per avviarsi i lavori della Consulta per la riforma dello Statuto, non pensa che potrebbe essere utile il Centro studi sull'autonomia voluto da Rossi?
Certo, un contributo di idee può essere senz'altro utile ma non può costare 600 mila euro l'anno, proprio mentre la Corte dei Conti bacchetta la giunta provinciale per i 32 milioni di consulenze l'anno dicendo che sono troppe e andremo presto a discutere un bilancio in forte calo, magari chiedendo sacrifici e ritocchi sulla sanità. Come si fa a proporre un costo del genere? Oltre tutto, per la costituzione della Consulta noi siamo stati bene attenti a fare in modo che costasse poco nulla e in Alto Adige la Convenzione per lo Statuto costata 135 mila euro, quindi molto molto meno. Devo dire poi che io stesso una cosa analoga l'avevo proposta un anno fa, ma nel mio progetto gli esperti avrebbero offerto il loro contributo gratuitamente.
A chi l'aveva proposto e che fine ha fatto il suo progetto?
Ne avevo parlato anche con il presidente della Provincia, Ugo Rossi. Ero riuscito infatti a trovare una trentina di persone provenienti dal mondo della cultura, dalla pubblica amministrazione ma anche imprenditori e sindacalisti anche dell'Alto Adige, che si erano dichiarati disponibili a dare il loro contributo di idee sulle questioni legate all'autonomia e al suo futuro in modo gratuito e libero. Sarebbe stato un gruppo di studio autonomo dalla politica e dalle istituzioni. Il progetto è stato però lasciato nel cassetto, forse perché qualcuno lo vedeva in contrapposizione alla giunta o alle forze politiche, mentre voleva essere solo di supporto per dare una mano, anche alla Consulta. Ora poi leggo che il presidente Rossi sta lavorando a un'altra idea, molto più costosa.
La Consulta quando riuscirà a partire con il lavoro? E pensa che riuscirà a produrre qualcosa che possa tradursi in un testo che abbia realisticamente qualche chance di modificare lo Statuto visto che nella Convenzione di Bolzano si parla soprattutto di abolizione della Regione, inaccettabile per i trentini?
Il 9 luglio si riuniranno le associazioni che devono scegliere gli ultimi tre membri della Consulta, poi completata la composizione si potrà iniziare. È l'occasione perché i trentini recuperino la loro identità e il Trentino dia il suo contributo a un'idea più alta di autonomia e di regionalismo soprattutto a fronte della riforma costituzionale.