Cantone riapre il dibattito «Legalizzare la cannabis»
Fino a poco tempo fa era «assolutamente contrario», ora dice «sì» a una «legalizzazione intelligente» per «evitare che i ragazzi entrino in contatto con la criminalità».
Raffaele Cantone apre alla cannabis legale in un’intervista a Radio Radicale, emittente di un movimento che da sempre si batte per questo obiettivo. La posizione fa notizia e attira reazioni, perché arriva da un magistrato che oggi guida l’Anticorruzione e ieri indagava contro quelle organizzazioni criminali che con il traffico di droga fanno affari; e perché cade nel bel mezzo di un dibattito aperto alla Camera sulla proposta di legge del sottosegretario agli esteri, Benedetto Della Vedova. La discussione nell’aula di Montecitorio è solo iniziata, il 25 luglio. Poi tutto è stato rinviato a settembre.
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Le divisioni non mancano. Il testo è tornato in commissione per le «migliaia di emendamenti ostruzionistici», ricorda Della Vedova. E se Claudia Bastianelli (Pd) dice che «le dichiarazioni di Cantone dovrebbero far riflettere anche i più acerrimi contrari», il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, bolla il presidente dell’Anac come «irresponsabile» e «incompetente».
Scende in campo anche il ministro per la Famiglia, Enrico Costa (Ncd) che invita i magistrati a «non alzare bandiera bianca», perché «la statalizzazione dello spaccio rappresenterebbe un messaggio di debolezza nei confronti della criminalità».
Le affermazioni di Cantone sono piaciute, invece, al deputato di Possibile, Pippo Civati, e ad Arturo Scotto, Sinistra Italiana; tanto che Daniela Santanchè, Forza Italia, si chiede se Cantone studi «da Anti-Renzi e ne voglia prendere il posto» visto che «strizza l’occhio in vista di maggioranze alternative».
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Di segno opposto a quelle di Cantone suonano le parole di un altro magistrato, Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, da sempre contrario alla legalizzazione: «Di questi temi - dice - bisogna parlare con i dati e mai facendo un dibattito ideologico o dichiarazioni di principio. E i dati dicono che su 100 tossicodipendenti, 5 fanno uso di hashish e marijuana e solo il 25% di questi ultimi è maggiorenne, il resto è minorenne. Quindi affermare che legalizzare la cannabis aiuta a colpire la criminalità non è vero, perché i guadagni legati alle droghe leggere sono risibili rispetto al totale».
Cantone, da parte sua, ammette nell’intervista di aver rivisto la propria posizione proprio su questo punto: «Adesso credo soprattutto che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità. Questo mi porta ad essere molto più laico».