Amatrice, in arrivo da Trento i moduli prefabbricati per allestire una scuola destinata a 200 bambini
Stanno partendo in queste ore da Trento i moduli prefabbricati destinati ad ospitare la scuola provvisoria di Amatrice. Entro qualche giorno sarà ultimato l'invio di tutti i container, che verranno posizionati nella zona delle case popolari del centro reatino. Accanto all'area in cui sorgerà la scuola, verrà realizzato anche il campo trentino, nel quale troveranno sistemazione tutti gli operatori trentini impegnati nella realizzazione della struttura. In tutto una cinquantina di persone che lavorerà per giorni.
La partenza dei moduli, dopo la proposta avanzata ieri a Rieti dal responsabile della Protezione civile trentina Stefano De Vigili al responsabile della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, è stata disposta questa mattina dal governatore Ugo Rossi, in accordo con l'assessore provinciale alla Protezione civile Tiziano Mellarini. Ad informare il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, è stato lo stesso governatore Ugo Rossi che ha sottolineato la vicinanza del popolo trentino alle comunità colpite dal sisma.
L'annuncio della volontà da parte del Trentino di allestire un scuola nel centro reatino era è arrivato ieri da parte del dirigente responsabile della Protezione civile trentina, Stefano De Vigili, che a Rieti si è confrontato con il responsabile del Dipartimento della protezione civile nazionale Fabrizio Curcio e con la direttrice dell'ufficio emergenze sempre della Protezione Civile nazionale, Immacolata Postiglione.
Nel capoluogo reatino, De Vigili ha preso parte alla seduta di ieri della Direzione comando e controllo, in parole povere la «cabina di regia» che sta iniziando a pianificare il lavoro che dovrà essere svolto una volta superata questa prima fase. Il Trentino fa parte della cosiddetta Dicomac in qualità di realtà amministrativa locale che, attraverso il proprio dipartimento di Protezione civile, coordina l'intervento di quelli delle altre regioni.
Proprio in occasione dell'incontro di ieri, dopo essersi consultato già nei giorni scorsi sul punto con il presidente Ugo Rossi ed altri funzionari e tecnici della Protezione civile, De Vigili ha così dato la disponibilità a Curcio di inviare quanto prima ad Amatrice moduli prefabbricati già pronti ed attrezzati per l'utilizzo come aule scolastiche.
«Si tratta dei prefabbricati che nel recente passato erano stati utilizzati come aule universitarie in occasione di lavori alla facoltà di Ingegneria», ha precisato De Vigili «e che dunque sono già pronti per essere trasferiti qui. Si tratta di oltre 400 metri quadrati di strutture che potrebbero ospitare fino a 200 scolari».
Già ieri è iniziata la definizione delle modalità con cui i prefabbricati potrebbero essere trasferiti nell'entroterra laziale.
Prima della partenza dei mezzi che trasferiranno i prefabbricati, tuttavia sarà necessario attendere il termine delle operazioni di soccorso di questa prima fase dell'emergenza (il Comitato operativo nazionale della protezione civile, che ha coordinato i soccorsi alle popolazioni colpite dall'evento sismico di mercoledì scorso, ha peraltro concluso la propria attività questa sera, lasciando campo al Dicomac), purtroppo non ancora conclusa a causa delle scosse che ancora stanno interessando la zona e che non agevolano l'ultimazione delle operazioni di verifica e bonifica degli edifici colpiti al fine di esaurire la ricerca di vittime e dispersi.
In attesa del via libera il personale dalle strutture appartenenti al Dipartimento provinciale della protezione civile si occuperà di ultimare la preparazione dei moduli, con i vigili del fuoco volontari del Primiero che si occuperanno poi - parzialmente in Trentino e parzialmente in terra reatina - della realizzazione di una struttura - da posizionare attorno e sopra ai moduli che possa essere in grado di dare unità al corpo che verrà composto dai prefabbricati, per far sì che la scuola provvisoria non abbia l'aspetto di un gruppo di container ma si presenti invece in maniera più organica, funzionale e piacevole. Un accorgimento pensato in modo da limitare nei ragazzini l'impatto psicologico della provvisorietà della struttura.