Referendum, il centrodestra trentino «Sconfessato anche Rossi, si dimetta»
Ugo Rossi come Matteo Renzi. Anche il governatore del Trentino, attacca l'opposizione, risulta sconfitto dal risultato del referendum, che anche nella nostra provincia ha visto una netta affermazione del no, e perciò dovrebbe dimettersi come ha fatto il capo del governo.
Lo afferma il centrodestra, lo afferma la Lega Nord, lo ribadiscono con sfumature diverse anche i civici di centrodestra. Claudio Cia si presenta all'incontro coi giornalisti con una valigia e un biglietto di sola andata da Trento a Milano per Rossi, ad uso e consumo dei fotografi.
E questo pomeriggio tutti assieme faranno una castagnata di ringraziamento, alle 18 nei pressi della chiesa di San Pietro.
Ringalluzziti da un risultato che non si aspettavano così netto il segretario provinciale leghista Maurizio Fugatti , il consigliere provinciale di Forza Italia Giacomo Bezzi, lo stesso Cia e la consigliera Manuela Bottamedi, ex M5S, ex Patt e oggi libera battitrice vicina al centrodestra, vedono in quel 54,3% di trentini che hanno votato no la base di partenza per un'aggregazione che possa diventare una valida alternativa al centrosinistra autonomista che da decenni governa il Trentino. Fugatti ricorda come con la maggioranza politica fossero schierati per il Sì anche la maggior parte di parlamentari, sindaci, presidenti e assessori della Comunità di valle ma anche il sistema economico e perfino la Curia.
«In un sistema normale qualcuno dovrebbe prendere atto del fallimento e rassegnare le dimissioni» commenta.
Secondo Giacomo Bezzi cercare di difendere l'autonomia trentina con una riforma e un referendum che avrebbe penalizzato tutte le altre regioni ha finito per attirare addirittura l'odio del resto d'Italia. «Una situazione che sarà difficile da sanare, una scelta sciagurata da parte di Rossi» sostiene il consigliere forzista. Che considera la vittoria del No un voto soprattutto contro Rossi e in particolare l'espressione di disagio della base autonomista.
E per questo, iniziando dal dialogo con Walter Kaswalder e la parte delle Stelle Alpine che il consigliere dissidente rappresenta, Bezzi rilancia la sua vecchia idea di far nascere un nuovo partito autonomista alternativo al Patt e che sposi i valori del centrodestra.
Rossi intanto, dopo aver parlato di occasione persa con il no al referendum, lancia messaggi agli alleati di governo dai quali si sente troppoc poco sostenuto.