Due giovani sudtirolesi strappano bandiere thailandesi Poi si scusano ma rischiano il carcere a Krabi - Video

È stata una ragazzata dopo aver bevuto troppo. Ma per due giovani sudtirolesi in vacanza in Thailandia potrebbe costare carissima: fino a due anni di carcere, per aver strappato e gettato a terra cinque bandiere thailandesi l’altro ieri.

Il caso, che già domani approderà davanti a un tribunale militare, ha provocato una valanga di commenti negativi da parte della popolazione locale, grazie al video della bravata diventato virale su Internet.

Tobias Gamper (20 anni) e Ian Gerstgrasser (18), di Naturno, in val Venosta, sono stati ripresi nelle prime ore di sabato mattina da alcune telecamere di sorveglianza.

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Mentre camminavano per tornare alla guesthouse di Krabi (nel sud) dove alloggiavano, nel video si vede che, in un momento apparentemente d’impulso e senza particolare emozioni, uno dei due tira giù uno dei tricolori da un filo all’esterno di un negozio. Subito dopo, l’altro italiano completa l’opera buttando a terra le altre quattro bandiere, con più rabbia, mentre il compagno ridacchia. I due poi si allontanano danneggiando anche una fioriera.

I ragazzi sono stati arrestati questa mattina, dopo che un thailandese aveva diffuso su Internet il video che ha consentito di identificarli, e che ha raccolto ormai 700 mila visualizzazioni.

In una Thailandia che da quasi tre anni è governata dalla giunta del generale Prayuth Chan-ocha, compariranno già domani davanti a un giudice militare di Surat Thani.

L’ambasciata italiana a Bangkok sta seguendo il caso con la massima attenzione, in costante contatto con le famiglie.

A favore dei due ragazzi potrebbe giocare il fatto che si sono già scusati, e profusamente, in un secondo video diffuso da un poliziotto di Krabi sul suo profilo Facebook. In inglese, uno degli arrestati spiega che i due erano «veramente, veramente ubriachi» e che ignoravano la legge, aggiungendo: «Amiamo la Thailandia e il popolo thailandese».

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Le scuse non gli hanno fatto comunque guadagnare il perdono della piazza online, almeno a leggere il fiume di insulti. «Picchiateli fino a farli svenire e spezzategli i polsi», è uno dei commenti.

La pena massima è di due anni di reclusione e poco più di cento euro di multa, ma è probabile che il reato venga sanzionato con molto meno. Altre volte, in passato, gesti irrispettosi di turisti stranieri - anche verso il ritratto dell’ex re Bhumibol, considerato un semidio - costarono brevi reclusioni ai colpevoli, che furono poi perdonati dalle autorità o dallo stesso sovrano, spentosi lo scorso ottobre.

E l’attuale governo pone estrema attenzione a mantenere l’immagine del Paese all’estero, da dove nel 2016 ha ricevuto quasi 32 milioni di visitatori.

D’altra parte, però, la scelta del luogo per tale bravata non poteva essere peggiore. L’amore per la patria è inculcato costantemente dal sistema educativo thailandese, dalla propaganda governativa e dai media. Il tricolore orizzontale thailandese rappresenta la nazione (rosso), il buddismo (bianco) e la monarchia (blu). Tutti concetti sui quali in Thailandia non si scherza per niente, ancor meno sotto un governo militare. Una lezione che, anche in caso di una semplice espulsione dal Paese, i due italiani avranno imparato a loro spese.

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