Ue, dietrofront dei liberali M5S non entra nel gruppo
Nessuna alleanza tra M5S e Alde. A respingerla, dopo l’Ok degli iscritti cinquestelle, sono stati i liberaldemocratici, cioè i loro leader, dopo varie levate di scudi contrarie all’alleanza con gli italiani.
«Sono arrivato alla conclusione che non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un’agenda comune per riformare l’Europa», ha dichiarato il capogruppo, Guy Verhofstadt, aggiungendo che «non c’è abbastanza terreno comune per procedere con la richiesta del Movimento 5 Stelle di unirsi al gruppo Alde. Rimangono differenze fondamentali sulle questioni europee chiave.
Attaccano i cinquestelle: «L’establishment ha deciso di fermare l’ingresso del movimento 5 Stelle nel terzo gruppo più grande del Parlamento europeo. Questa posizione ci avrebbe consentito di rendere molto più efficace la realizzazione del nostro programma. Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima», scrive il M5S in un post sul blog di Beppe Grillo.
«Ora continuerà l’attività per creare un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: il Ddm», aggiunge il M5S.
La votazione online indetta sul blog di Beppe Grillo aveva detto sì alla proposta di passaggio del M5S nel gruppo europeo Alde.
Alla votazione, si legge sul blog, «hanno partecipato 40.654 iscritti certificati. Ha votato per il passaggio all’Alde il 78,5% dei votanti pari a 31.914 iscritti, 6.444 hanno votato per la permanenza nell’Efdd e 2.296 per confluire nei non iscritti», ovvero nel gruppo Misto.
Dopo l’esito della votazione Grillo dà comunque l’addio a Nigel Farage, leader dell’Ukip e finora alleato del M5s nel Parlamento europeo. «Le nostre strade si sono divise», ha detto dal blog dove aveva sottolineato la decisione del M5S di andare in un nuovo gruppo politico nel Parlamento europeo da dove «poter affrontare con più concentrazione le prossime sfide».
Sul Web intanto girava già un testo di accordo di accordo, che porta la data del 4 gennaio, tra il movimento pentastellato e il gruppo Ue guidato da Guy Verhofstadt: «Alde e M5S condividono i valori centrali della libertà, dell’uguaglianza, della trasparenza», è l’inizio del documento, rilanciato anche su Twitter, un’intesa poi sconfessata da vari esponenti dell’Alde, con successiva retromarca del capogruppo stesso.
«Riforma dell’eurozona e i diritti e libertà» sono alcuni dei titoli principali del testo che, di fatto, ripercorre alcuni punti sottolineati ieri nel post di Grillo. E lo stesso Grillo e Davide Casaleggio incontreranno nel pomeriggio di oggi a Bruxelles i 17 eurodeputati del Movimento 5 Stelle.
In rete non si placa l’ira degli iscritti. Al post aggiornato con i risultati del voto convergono diversi commenti di protesta e tra gli utenti c’è anche chi annuncia di “aver tolto il simbolo del M5S dal profilo Facebook.
«Caro Grillo oggi hai perso il 30 per cento degli elettori. Il problema a tuo sfavore è che hai deciso tutto tu, senza un dibattito democratico, bisognava parlarne e chiarire tutti gli aspetti un mese prima», scrive Ivo mentre Mario attacca: «Che pugnalata alla schiena...il mio sogno si è infranto».
«Europeisti; pro Ttip; pro euro; pro bandiera unica; pro banche; pro capitalismo. E dopo questo triplo salto mortale carpiato con mezzo avvitamento, oggi nasce il PD5S», attacca Giovanni elencando quelli che, a suo parere, sono i punti chiave dell’Alde. Ma c’è anche chi appoggia la scelta di Grillo: «Giusta e geniale la scelta. Grazie a Grillo che ha sempre idee innovative ed è avanti di almeno vent’anni», scrive Saverio.
Non sono comunque mancate le polemiche politiche per la svolta - ora fallita - del M5S, a partire dalla Lega che per già con il segretario Matteo Salvini aveva parlato di «voltafaccia», e per voce dell’eurodeputato e vicesegretario federale Lorenzo Fontana parla di «mossa sconcertante» con la quale «“Grillo sconfessa se stesso e per qualche poltrona in più abbraccia chi, a parole, ha sempre contestato. E’ l’apoteosi dell’incoerenza a Cinque stelle».
Polemico anche il Pd. La deputata Marina Berlinghieri ha sottolineato che «dopo l’utilizzo dei milioni di euro di fondi pubblici dei gruppi di Camera e Senato, ora il Movimento 5 stelle vuole usare anche l’Europa come salvadanaio per il proprio partito. La giravolta di Beppe Grillo, che abbandona l’alleanza con l’Ukip di Farage per passare all’Alde, serve a incassare quasi 700mila euro all’anno di fondi pubblici da usare per le iniziative politiche in Italia. A confermarlo è lo stesso Grillo nel suo blog, quando mette nero su bianco che vuole ‘ottenere fondi da spendere sul territorio».
In casa M5S, Luigi Di Maio aveva difeso invece la scelta e contrattaccato: la stampa anche oggi parla di «movimento spaccato», sottolinea, ma «sono sempre quelli che hanno mancato clamorosamente i più grandi avvenimenti politici degli ultimi anni, dalla Brexit, al referendum costituzionale italiano fino a Trump. Applicano schemi del 900 alla politica del 2017. Contenti loro...La democrazia per loro è spaccatura. Per noi è decisione partecipata».