Welfare, la Provincia lancia l'assegno unico provinciale
La giunta trentina ha deliberato in via preliminare, su proposta dell’assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi, una nuova misura di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito per soggetti deboli nel 2018.
Sono stati infatti stanziati 75 milioni di euro per l’assegno unico provinciale, che, si stima, sarà destinato a 40.000 beneficiari tra persone fisiche e nuclei familiari per l’intero arco di 12 mesi, e non più per quattro mesi rinnovabili per altrettanti.
I contributi saranno erogati sia come integrazione monetaria al reddito, sia come buoni spesa per l’accesso a servizi pubblici. Fra le principali novità c’è l’innalzamento dell’età per la concessione dell’assegno regionale ai figli unici anche oltre i sette anni, l’innalzamento della soglia dell’Icef per il reddito minimo, che passa da 0,13 a 0,15, equivalente a 7.500 euro annui e un sostegno più incisivo per le famiglie che hanno a carico invalidi gravi e invalidi giovani. È prevista anche una quota di sostegno al reddito per l’affitto della casa.
«Con l’assegno unico - ha sottolineato Olivi - sarà sufficiente un’unica domanda e un’unica procedura di valutazione. L’accorpamento in un’unica procedura di valutazione favorisce anche l’attenuarsi degli effetti di stigma sociale e consente una facile verifica di chi ha ricevuto che cosa, e come le condizioni siano cambiate nel tempo».
«L’avvio del nuovo assegno unico è un passaggio importante per il welfare trentino, che ci conferma una comunità d’avanguardia in materia di innovazione sociale.
Siamo soddisfatti che il percorso sia partito, ma il confronto è ancora aperto su alcuni punti dal nostro punto di vista particolarmente significativi», commenta il segretario generale della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli, l’approvazione preliminare oggi in giunta del regolamento per il nuovo assegno unico.
«Con una razionalizzazione delle misure di sostegno sarà possibile dare risposte ad un’ampia fascia della nostra comunità», prosegue Ianeselli che sottolinea però la necessità di proseguire la discussione sul piano del sostegno alle famiglie, anche quelle con un solo figlio, e alle famiglie di lavoratori poveri. «C’è una crescente fascia di persone che pur lavorando vivono in situazione di marginalità economica - spiega Ianeselli -, il nuovo assegno unico ha un impianto molto condivisibile su questo piano, ma siamo convinti che possa essere migliorato ulteriormente».