Vesuvio ancora in fiamme Polemiche e caccia ai piromani
Resta allarmante la situazione degli incendi che stanno devastando il Vesuvio, altre situazioni difficili permangono soprattutto in Sicilia.
I diversi roghi sul vulcano sono ben visibili da Napoli e dalle altre località del golfo, mentre proseguono le operazioni per contenere e spegnere le fiamme.
Sono tre i Canadair del Dipartimento nazionale della Protezione Civile in azione sul Vesuvio, e cinque gli elicotteri della Protezione civile regionale mentre gli uomini al lavoro tra Ercolano e Ottaviano sono circa 300 tra volontari, personale della Sma Campania, della Protezione civile e dei Vigili del fuoco.
Al momento - segnala la Protezione civile regionale - la situazione piu complessa si registra nella parte bassa della cinta tra Ercolano e Torre del Greco. Si riscontra invece un miglioramento nell’ area dell’osservatorio vesuviano che comunque resta presidiata.
È stata attivata una Sala operativa mobile che, al momento, è nella zona di Ercolano (Napoli) ma è pronta a spostarsi sulla base delle necessità.
Stamattina, un intervento tempestivo è stato effettuato sull’ isola d’ Ischia, a Barano, in località Cretaio dove la situazione è ora sotto controllo e si interviene con squadre a terra.
Incendi diffusi sono in corso anche in provincia di Salerno, in particolare a San Rufo ed Avellino, dove è ancora critica - segnala la Protezione civile regionale - la situazione a Montoro.
«È una corbelleria pensare alla autocombustione, qui c’è la mano di una o più persone», dice il comandante Regione Carabinieri Forestali Campania, Sergio Costa, nella sede del Parco nazionale del Vesuvio.
«Poi possiamo ragionare sul fatto se questa mente criminale avesse il chiaro intento di creare il danno ambientale, e non solo o, piuttosto, se è stato un ‘imprudentè ma di sicuro parliamo di una o più persone» aggiunge.
«È un disastro ambientale enorme e mi auguro che la magistratura e le forze dell’ordine individuino i criminali perché sono convinto sia un’attivita dolosa e criminale»: così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in riferimento ai vasti incendi che da giorni infiammano il Vesuvio. Secondo il sindaco »saranno necessari decenni per ripristinare lo scenario ambientale oltre al danno che stanno avendo le attività commerciali e i cittadini che si sono dovuti allontanare dalle loro case«.
Il sindaco ha ribadito la necessità che il Paese investa nella difesa del territorio: «Oggi è una giornata molto triste, queste sono ferite che non si rimarginano».
«Credo che il Paese debba dichiarare lo stato di emergenza nazionale sia per quanto riguarda la siccità che per l’emergenza incendi», aggiunge de Magistris.
«La natura - ha aggiunto - quando viene violentata reagisce e l’uomo la sta violentato da decenni, dagli inizi degli anni Ottanta del Novecento quando le politiche liberiste hanno iniziato a radicarsi. Chi fa politica deve dare messaggi diversi e i cittadini devono difendere i territori».
Da de Magistris l’invito al governo «a investire per acquistare canadair, elicotteri e non a utilizzare risorse per salvare banche e fare spese militari».
Secondo l’ex pm, infine, decidere di «smantellare» il Corpo forestale e farlo confluire nell’Arma dei carabinieri è stata una scelta «scellerata, un errore strategico, istituzionale e politico gravissimo».
Duro su Facebook anche l’ex assessore campano all’Urbanistica della giunta Bassolino Marco Di Lello (Pd), attualmente segretario della commissione bicamerale antimafia: «Quando si approvano o comunque propongono norme criminogene che secondo i promotori garantiscono impunità poi non si ha il diritto di piangere lacrime di coccodrillo.
Dopo anni di promesse di condono e proposte di legge salva abusivi non ci si deve meravigliare se piromani incendiano il Vesuvio con la speranza di evitare abbattimenti e liberare porzioni di territorio per nuove costruzioni abusive, in un area che da troppo tempo aspetta, al contrario, di essere decongestionata.
Spero davvero che i tanti politici che hanno barattato legalità e sicurezza per il consenso non dormano la notte. Per quanto mi riguarda continuerò a lottare contro di essi in ogni modo. Anche da relatore sulla nuova legge sugli abbattimenti, per cui ho proposto di triplicare le risorse da destinare alle demolizioni dei manufatti abusivi», conclude Di Lello.
La deputata M5» Paola Nugnes, componente della commissione ecomafie, attacca le autorità: «In questi giorni mentre stanno andando a fuoco centinaia di ettari di parco nazionale del Vesuvio, nell’indifferenza generale delle istituzioni.
Non si può che rimanere preoccupati dalle mani criminali che stanno devastando con roghi dolosi il verde della zona vesuviana, a questo si aggiunge la preoccupazione per le rivelazioni dei pentiti di camorra che indicano sempre nel parco del Vesuvio la nuova terra dei fuochi, ovvero la tomba dei rifiuti.
Particolare preoccupazione destano le cave di Fiengo, Montone e Marsiglia indicate come luoghi di sversamento di rifiuti tossici e interessate dagli incendi.
In questo inferno di fuoco, non solo sembra che De Luca non abbia rinnovato la convenzione stagionale dei Vigili del fuoco, ma constatiamo cinque anni di inutile commissariamento ai roghi, soldi spesi per nulla, intanto siamo a fine legislatura e la tanto attesa relazione della commissione d’inchiesta sui rifiuti di approfondimento della Campania per adesso è ancora lettera morta».
«Dal governo a De Luca abbiamo avuto solo parole, certo abbiamo avuto lo smantellamento del corpo Forestale e ne vediamo gli effetti.
Centinaia di migliaia di abitanti in Campania stanno soffrendo le conseguenze di questi roghi dal parco nazionale del Vesuvio, ma anche nella provincia di Caserta con roghi tossici non ultimo quello dell’Ilside, oppure i roghi di Terzigno e nessuna autorità nazionale o regionale sembra rendersi conto della gravità di quanto sta succedendo da settimane ormai.
Una vera e propria guerra ambientale creata da mani criminali che la commissione Ecomafie dovrebbe indagare e invece sta girando completamente a vuoto senza produrre nulla di concreto, ma soprattutto scoprendo come si è impreparati e inconsapevoli di quanto di stava certamente già da tempo tramando. Manca una forte guida investigativa e noi lo denunciamo da anni, da fuori e da dentro le istituzioni», conclude Paola Nugnes.
Secondo i dati dei vigili del fuoco, alle 18 di ieri erano stati registrati oltre 1.130 interventi in Italia per gli incendi boschivi e di vegetazione.
Più di 350 automezzi antincendio a supporto degli 800 Vigili del fuoco dispiegati sul territorio nazionale.
Ancora una volta è la Sicilia a confermarsi come la zona in cui sono stati effettuati il maggior numero di operazioni di spegnimento, 458. Seguono la Puglia con 241 interventi, la Calabria con 226, la Campania con 221 e il Lazio con 214.
Maggiori criticità sono state evidenziate in Sicilia nei comuni di Naso e Mirto (Messina), nel comune di Catania e nei comuni limitrofi di Adrano e Caltagirone (Catania), nei comuni di Siracusa ed Enna, nei comuni di Monreale e Blufi (Palermo).
In quest’ultimo sono state da poco evacuate circa 20 persone anziane da una casa di riposo e 3 famiglie da un’abitazione.
Grandi e molteplici incendi hanno interessato anche la Campania. Le situazioni più critiche si registrano alle pendici del Vesuvio nei comuni di Ercolano, Torre del Greco e Boscotrecase.
Interventi rilevanti anche nella provincia di Foggia, nelle province di Latina e Roma e a Reggio Calabria.
In provincia di Avellino, fuoco in alcune zone particolarmente impervie tra i comuni di Montoro e Cervinara, hanno operato tre canadair.
Incendi rilevanti in Puglia nei comuni di Carpino (Foggia) e di Santeramo in Colle (Bari), in cui hanno operato diverse squadre di pompieri ed un canadair.
Nel Lazio sono i comuni di Fondi, Roccagorga ed Itri, in provincia di Latina, ad essere maggiormente interessati dagli incendi: in ognuno di questi ha operato una squadra di vigili del fuoco supportati da un canadair. A Roma i principali focolai sono nel comune di Anguillara Sabazia, Poli, Bracciano ed Anzio.