Boeri: «Di Maio perso il contatto con la crosta terrestre»
Attacchi incrociati, senza esclusione di colpi. Oggi tocca al presidente dell’Inps, Tito Boeri, difendere l’operato suo e dell’ente che presiede dopo le accuse di avere ad arte inserito dati senza fondamento per screditare il lavoro del governo. E lo fa, carte alla mano, spiegando che lo stesso ministero del Lavoro prevedeva un calo dell’occupazione e aveva chiesto all’Inps di stimarla. E poi con una serie di stilettate più che esplicite nei confronti di entrambi i vicepremier.
Nel mirino Matteo Salvini, che avanza inaccettabili richieste di «dimissioni online» e «minaccia» quando invece dovrebbe occuparsi della «sicurezza personale» del presidente Inps.
Seccata la replica del leader della Lega che parla di solite «fantasie» di Boeri, «super-attaccato alla poltrona» e intenzionato a far politica. Ma Boeri non risparmia nemmeno Luigi Di Maio, che pure ha escluso una ‘defenestrazione’ anticipata per Boeri, ma ormai «ha perso contatto con la crosta terrestre» quando taccia come valutazioni politiche stime squisitamente tecniche.
Parole che suscitano forte irritazione a Palazzo Chigi per i toni che vengono definiti «inaccettabili e fuori luogo» a maggior ragione se arrivano da chi dovrebbe mantenere un profilo squisitamente tecnico.
Nelle stesse ore più moderato ma diretto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, respinge l’invettiva contro gli industriali che farebbero «terrorismo psicologico», pensiero diffuso via social dal leader M5S, e ricorda che il giudizio dell’associazione è sul decreto dignità, non sul governo.
Stessa posizione di Boeri, che precisa di non aver mai giurato «fedeltà» ad alcun esecutivo e di pretendere «rispetto» per l’istituzione che rappresenta. Anche perchè i famosi 8mila posti persi l’anno erano già lì, nero su bianco, nella prima relazione tecnica inviata al ministero presieduto da Di Maio già il 6 luglio, «una settimana prima» dell’invio del decreto al Colle. Bisognava insomma, osserva tagliente, «almeno sfogliarla (la relazione) per capirne i contenuti...».
I numeri forniti dall’Inps, che anche i tecnici del servizio Bilancio della Camera avevano chiesto di spiegare meglio, anche dopo l’audizione continuano in casa M5S a essere definiti «fantasiosi», come ha detto il viceministro dell’Economia M5S Laura Castelli sottolineando ironicamente, che comunque se ne farà «un uso prezioso».
Boeri in una mezz’ora davanti ai deputati ha ricostruito comunque passo passo la vicenda, portando a riprova delle sue parole lo scambio di mail tra uffici del Lavoro, Inps, e Ragioneria. E ricordando che i governi una cinquantina di volte l’anno chiedono all’istituto di previdenza «stime puntuali», cioè «un numero e non una forbice di valori» che spesso rappresenta una «sfida» e che comunque rimane un esercizio probabilistico da fare spesso in pochissimo tempo. Due giorni quelli a disposizione per valutare «il minore gettito contributivo derivante dalla contrazione del lavoro a tempo determinato» come richiesto testualmente da Via Veneto. E il risultato è una stima anche «ottimistica» dato che prende in considerazione la sola riduzione della durata massima dei contratti da 36 a 24 mesi e non, ad esempio, gli altri potenziali interventi con effetti negativi, come la stretta applicata anche ai contratti in somministrazione o l’effetto del «causalone», cioè le nuove causali dopo i primi 12 mesi.
Boeri, anticipando le spiegazioni che saranno inviate, come ha assicurato, anche ai tecnici della Camera, ha spiegato che le stime sono state ottenute analizzando i dati forniti dallo stesso ministero del Lavoro sull’andamento dei contratti a termine tra 2014 e primo trimestre 2018 e basandosi su «diversi studi», elencati in una puntuale bibliografia contenuta nei documenti consegnati alle commissioni, e «ampie evidenze empiriche» sugli effetti di cambiamento delle norme, a partire da quelli ottenuti con la soppressione dei voucher.
Proprio i buoni lavoro sono al centro dell’intesa sulle modifiche raggiunta nella maggioranza (ampliamento per l’agricoltura, re-introduzione per il turismo e gli enti locali). Altra novità certa quella di incentivi alla stabilizzazione dei contratti (che nei primi 5 mesi del 2018, dati Inps, ha registrato peraltro un balzo del 45%). In ogni caso per le modifiche ci sarà un pò più di tempo visto che l’approdo del testo in Aula è slittato al 26 luglio.