La Baviera domenica al voto Csu tema una sconfitta storica
Si considerano l'ultimo grande partito popolare d'Europa. E la punizione in arrivo dagli elettori bavaresi ai cristiano-sociali potrebbe essere il primo segnale di un terremoto di portata anche più ampia in Germania. Con i suoi 13 milioni di abitanti, il secondo Pil regionale, la passione per i pantaloni di pelle e il Dirndl da sfoggiare all'Oktoberfest, la Baviera affronta domenica prossima un voto sul quale l'attenzione generale è da tempo elevatissima, proprio per le possibili conseguenze sul governo federale a Berlino. I sondaggi danno la Csu fra il 33 e il 35%, un dato molto lontano dal 47,7% dei voti incassati nel 2013. Al governo del Land da circa cinquant'anni - e quasi sempre da solo grazie alla maggioranza assoluta - questa volta il partito non solo dovrà quasi certamente allearsi con altri: stando agli scenari peggiori, potrebbe addirittura scivolare all'opposizione.
È stato Wolfgang Schaeuble a immaginare "delle scosse anche nei partiti". Affermando che la Merkel è indebolita - "non è più così indiscutibile come prima" - il presidente del Bundestag non esclude, in un'intervista rilasciata oggi alla SWR, che le urne bavaresi possano dare il via al processo del "grande cambiamento". Gli effetti non si vedrebbero però, stando alla sua analisi, subito: prima i partiti lavoreranno intensamente alle amministrative in Assia, in agenda il 28 ottobre.
Già nei giorni successivi alle elezioni bavaresi, invece, potrebbe essere messo alla porta Horst Seehofer, presidente della Csu e ministro dell'Interno, ritenuto il responsabile numero 1 del temuto disastro elettorale. Le sue manovre contro la cancelliera, che hanno contribuito a destabilizzare l'esecutivo nazionale provocando due gravissime crisi in pochissimi mesi, non sono piaciute neppure ai suoi elettori. Nel tentativo di recuperare terreno rispetto al suo rivale di partito e successore Markus Soeder, ha chiaramente sbagliato strategia. "Sei mesi per diventare 'Vaterland' sono troppo pochi, anche per diventare padre di un bambino ce ne vogliono nove", ha commentato dal canto suo il candidato presidente. Soeder ha tenuto un lungo discorso mostrando di non perdere l'entusiasmo: "Abbiamo la fortuna di vivere in Germania e il privilegio di vivere in Baviera. Dove la Germania va bene, noi andiamo meglio", ha affermato sottolineando che la Baviera è "il Land più forte del Paese" proprio grazie alla Csu che "ne è la spina dorsale". Anche lui ha le sue responsabilità: ha irritato gli elettori con la trovata di reintrodurre i crocifissi nei luoghi pubblici, oggi comunque rivendicata nel suo discorso. Campagna sbagliata, attaccata perfino dalla chiesa.
Ma a soffrire in queste ore non è soltanto la Csu. In caduta libera anche i socialdemocratici, che stando ai sondaggi franerebbero all'11-12% (nel 2013 avevano il 20,6). Si preparano invece a diventare una forza di governo i Verdi della giovane Katharina Schulze che, dati attorno al 18%, (nel 2013 presero l'8,6% dei voti) potrebbero far parte della futura coalizione di governo, magari proprio con la Csu. Il programma degli ecologisti non sarebbe funzionale a una coalizione con i cristiano sociali, li ha bocciati oggi Soeder. Ma stando alle voci dell'opposizione, il dialogo dietro le quinte è avviato da tempo. Fra i possibili protagonisti del prossimo esecutivo anche i Freie Waehler, premiati dal 10% dei consensi nei sondaggi. Mentre i liberali combattono per entrare in parlamento: sono dati fra il 5 e il 6. Sono per ora isolati, infine, quelli della destra di Afd, pure attorno al 10. Ma nessuno è disposto ad allearsi con loro.