Da Mattarella a Fico in difesa della libertà di stampa
Dal presidente della Repubblica fino ai presidenti delle Camere, si alza un coro unanime in difesa della libertà di stampa due giorni dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista contro i giornalisti seguite alla sentenza di assoluzione per Virginia Raggi. Domani la Federazione Nazionale della Stampa ha organizzato flash mob in tutti i capoluoghi, ricevendo anche adesioni dai colleghi di Bruxelles e Londra pronti a scendere in piazza.
«Ha un grande valore la libertà di stampa, perché, anche leggere cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate, consente e aiuta a riflettere», sottolinea il presidente Sergio Mattarella, che ha più volte fatto riferimento al tema negli ultimi mesi, parlando con gli studenti al Quirinale. «Il giornalismo parlamentare ha rappresentato nella nostra storia nazionale un pilastro della democrazia liberale», aggiunge il presidente del Senato, Elisabetta Casellati. «C’è la Costituzione, la libertà di stampa è tutelata e sarà tutelata fino alla fine», assicura il presidente della Camera, Roberto Fico, che però precisa: «Negli ultimi trenta anni è mancata una cultura generale dell’indipendenza ed è un tema che va affrontato perché la stampa influenza la politica e i politici influenzano i giornalisti».
Scende in campo anche il presidente della Commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, che annuncia di volontà di convocare Di Maio per un’audizione davanti alla bicamerale e assicura che l’organismo «vigilerà in ogni sede sul rispetto delle libertà riconosciute dall’articolo 21 della Costituzione».
Molti altri gli interventi a sostegno dei giornalisti, compresi quelli della segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso e del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che si dice «fiero di essere giornalista».
Tra i provvedimenti annunciati dal Movimento 5 Stelle, che hanno sollevato proteste, l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti, l’azzeramento del fondo editoria e da ultimo anche una legge contro il conflitto di interesse. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini prende però le distanze. «Non mi interessa», dice, provocando la replica del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «La legge sul conflitto di interessi è nel contratto di governo, per noi è una battaglia fondamentale e si farà», assicura, precisando che riguarderà anche l’editoria.
Si riunirà, intanto, questa settimana il consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania, per valutare la posizione di Luigi Di Maio, iscritto nell’elenco dei pubblicisti, che potrebbe essere convocato. E mentre il presidente dell’Odg nazionale, Carlo Verna, invita ancora una volta il vicepremier a lasciare la categoria, domani la Federazione nazionale della Stampa ha organizzato flash mob, dalle 12 alle 13, nelle piazze dei capoluoghi di regione per dire «Basta attacchi ai giornalisti» e «Giù le mani dell’informazione».