Scuola e progetti sulla relazione di genere: scontro politico dopo lo stop
Il gruppo consiliare del Partito democratico e Futura 2018 insorgono dopo la decisione dell'assessora alle pari opportunità, Stefania Segnana, di sospendere i percorsi di educazione alla relazione di genere nelle scuole trentine.
Il Pd si dichiara preoccupato per il danno che questa pausa può causare alle scuole e agli studenti. «I percorsi sulle pari opportunità - sottolinea il gruppo del Pd la cui consigliera Sara Ferrari, quando era assessora alle pari opportunità ha sempre sostenuto fortemente questi corsi, - si fanno da alcuni anni e sono sempre più apprezzati da docenti, dirigenti, studenti e genitori. Si tratta di progetti educativi che hanno lo scopo di insegnare a maschi e femmine a relazionarsi in maniera corretta nel rispetto delle differenze. I percorsi proposti alle scuole sono frutto di un coordinamento tra ufficio pari opportunità della provincia, commissione pari opportunità provinciale, iprase e Università di Trento che ne garantisce la supervisione scientifica. Un'esperienza di proposta didattica cresciuta nel tempo, unica e all'avanguardia a livello nazionale, che ha sempre coinvolto i genitori e non ha mai riscontrato problemi. Le attività mirano ad educare maschi e femmine al rispetto reciproco, nelle differenze, cioè a dire che uomini e donne valgono uguale (a dispetto dei dati che ci indicano ultimo paese europeo per rispetto dell'uguaglianza di genere).
Questo lavoro culturale educativo rappresenta la più potente azione di prevenzione della violenza sulle donne che si possa mettere in campo, perché costruisce la consapevolezza nei giovani che non c'è chi è giustificato a dare botte e chi è tenuto a prenderle. Inoltre, la conoscenza degli stereotipi sui ruoli culturalmente precostituiti di donne e uomini nella nostra società, aiuta studenti e studentesse a compiere le proprie scelte formative secondo i propri veri talenti, non condizionati dall'essere maschi o femmine. I "pericolosi" materiali che vengono usati sono film come "Billy Elliot" (che racconta la storia di un bambino contrastato dal padre nel proprio desiderio di fare il ballerino perché "è una cosa da donne") o "Monna Lisa smile" (sulla liberazione delle giovani americane da un destino segnato come casalinghe), "Sognando Beckham" (donne e discriminazione nello sport) e "Il diritto di contare" (le donne e la scienza)».
«Ci auguriamo - conclude il Pd - che chi deve decidere riesca ad avvalersi del contributo molto competente degli operatori scolastici, che possono testimoniarne l'importanza educativa, fuori da strumentalizzazioni politiche sull'inesistente "teoria gender"».
Anche il consigliere provinciale Paolo Ghezzi e Futura 2018 prendono posizione inorriditi. Scrive Ghezzi su Facebook: «È la nuova, scientifica conferma che in Trentino non è andata solo al potere la Lega, ma una giunta etica che pretende di imporre i valori delle famiglie trentine. Resistere sarà l'unica risposta, morale e politica».
«Tutto prevedibile, - sottolinea Futura 2018 in un comunicato - perfettamente allineato con quanto già succede a livello nazionale e nelle regioni a trazione leghista. Dopo la stretta sull'accoglienza dei migranti, ecco che la scure si abbatte sui progetti di educazione alla relazione di genere. Poco importa che la parità di genere rientri tra le competenze di cittadinanza globale dell'Agenda 2030 dell'Unione Europea. Fugatti e Segnana hanno deciso che le pari opportunità non fanno parte dei valori che la nuova Giunta etica del Trentino vuole veicolare a scuola. Meglio insegnare (dis)valori come l'intolleranza e l'esclusione, in contrasto con la Carta costituzionale e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Anche in questo caso "prima noi" ma verso il basso. È proprio in coerenza con questi (dis)valori che la Lega sta strumentalizzato il concetto di "genere" con la solita bufala dell' "ideologia gender", che ora pare aver assunto anche la forma di un marziano».
Il governatore Maurizio Fugatti intanto tira dritto: «Nessuno vuole fermare i corsi contro le discriminazioni e la violenza. Ma come avevamo detto anche quando si stava discutendo la legge contro l'omofobia siamo contrari a corsi su sessualità e gender ed eravamo preoccupati che partissero. Per questo abbiamo disposto la verifica».