Valanga sulla pista a Crans Montana: 13 morti, ancora sepolti
Come un fulmine a ciel sereno, in una giornata senza allerta di rilievo, una valanga si è abbattuta con violenza sulla rinomata località sciistica di Crans Montana, nelle Alpi svizzere: dodici persone sarebbero rimaste coinvolte, anche se i soccorritori hanno tratto in salvo quattro persone, che sono rimaste ferite. Una, purtroppo, è deceduta poche ore fa in ospedale. le ricerche sono state poi interrotte, per l’impossibilità di trovare altri superstiti.
L’allarme è scattato poco dopo le 14 di ieri. La valanga è venuta giù dalla pista più alta della località, la Plain-Morte, che parte da 3mila metri. Nulla lo faceva prevedere, anche perchè l’Istituto per lo Studio della Neve e delle Valanghe (SLF) aveva limitato il rischio valanghe al livello due, su una scala di cinque. Tanto più che le slavine, in genere, si abbattono nelle zone fuori pista e molto raramente su quelle segnate, che sono costantemente monitorate.
Diversi sciatori sarebbero rimasti coinvolti, secondo il presidente di Crans Montana, Nicolas Feraud. Forse dodici. Immediata e massiccia è scattata la macchina dei soccorsi, che ha impegnato vigili del fuoco, otto elicotteri, i cani e dei militari, a cui si sono aggiunti insegnanti delle scuole di sci e lo staff delle stazioni sciistiche vicine, per un totale di 240 persone.
Nelle prime ore le informazioni sono state scarse, a causa della difficoltà delle operazioni.
«C’è una quantità incredibile di neve, circa due metri di spessore e 300 metri di lunghezza. È stata una valanga di primavera, molto compatta e pesante», ha spiegato uno dei dipendenti del resort a Crans Montana, aggiungendo che sulla pista coinvolta gli sciatori «non si attrezzano con i rilevatori di valanghe». Perchè evidentemente il rischio è considerato basso.
Più tardi, finalmente, la polizia vallese ha annunciato che «diverse persone sono state tratte in salvo», portate via a bordo di elicotteri. In una conferenza stampa, è stato chiarito in seguito che si tratta di quattro sciatori, in gravi condizioni: uno è poi morto. Quanto alle operazioni di soccorso, si è andati avanti per tutta la notte per tutta la notte per trovare i dispersi.
A Crans Montana, il prossimo week-end, sono in programma le gare femminili della Coppa del mondo di sci. Il patron del torneo, Marius Robyr, ha spiegato che questo incidente non dovrebbe mettere a rischio la competizione. «Piuttosto che rimandare indietro i 120 soldati che ci stanno aiutano a preparare la pista, abbiamo chiesto loro di aiutare i soccorritori», ha spiegato Robyr.
Febbraio si conferma un mese nero per gli sciatori. L’ultimo incidente, appena 24 ore prima, ha visto coinvolta una tredicenne francese, morta a causa dei traumi riportati da una caduta mentre stava sciando, a Cogne. Il 6 febbraio, sulle Alpi Carniche, in Friuli, era rimasto ucciso uno scialpinista italiano, sepolto sotto un metro di neve, travolto da una valanga durante un’escursione in solitaria. Alcuni giorni prima altri quattro sciatori erano morti per una valanga fuori pista a Courmayeur, in Valle d’Aosta. Uno sciatore della Val Aurina è morto invece due settimane fa nella zona di Speikboden, sopra Campo Tures.