Trento, rottura con Andreatta In quattro via dalla maggioranza
Una frattura netta e insanabile con il sindaco di Trento, che da ieri pomeriggio si ritrova con una maggioranza risicata (21 voti, compreso il suo, su 40). I quindici mesi che mancano alla fine del suo mandato rischiano adesso di diventare un percorso ad ostacoli.
Andrea Robol, Paolo Castelli, Massimo Ducati e Paolo Biasioli hanno comunicato di aver definitivamente rotto con Alessandro Andreatta e deciso di dare vita ad un nuovo gruppo consiliare, #inMovimento. Con loro c’è anche Eugenio Oliva, esponente della minoranza, grisentiano e proveniente da Progetto Trentino. A breve ai cinque, che hanno già lasciato i rispettivi partiti, potrebbero aggiungersene altri ancora.
La decisione di lanciare una forza che punta a conquistare i moderati e gli elettori che non si ritrovano più nell’attuale centrosinistra autonomista e nel centrodestra a trazione leghista affonda le sue radici nel rimpasto di giunta avvenuto a fine ottobre.
L’entrata nell’esecutivo di Alberto Salizzoni e Corrado Bungaro, entrambi vicini a Futura2018, al posto di Paolo Biasoli (Cantiere Civico) e Andrea Robol (Pd) e la nomina a vicesindaco di Mariachiara Franzoia hanno fatto saltare tutti gli equilibri dell’alleanza che nel 2015 aveva appoggiato la rielezione alla guida della città di Alessandro Andreatta.
«Da quel momento - ha dichiarato l’ex vice primo cittadino Paolo Biasioli, durante la conferenza stampa di presentazione di #inMovimento - si è capito che una fase politica era definitivamente finita. Noi, a differenza del sindaco, abbiamo sempre rispettato gli accordi. Non c’è nessuna voglia di vendetta e non abbiamo l’intenzione di farlo cadere, perché se no l’avremmo già potuto fare. Ora, che non siamo più organici alla maggioranza, forzeremo la mano su una serie di questioni di vitale importanza per il nostro futuro, come la funivia del Bondone». E ha aggiunto: «Non saranno poi accettati ritardi sull’interramento della ferrovia. Lo fanno ovunque, anche a Verona, non si capisce perché qui ci siano così tante difficoltà».
Durissimo è stato l’intervento di Massimo Ducati: «Alessandro Andreatta non deve stupirsi proprio di nulla, è stato lui a mandarci via dalla maggioranza. Ci è stato sbattuto in faccia che non contiamo più nulla, è stata una cosa triste. A dicembre si è concretizzata per fortuna la possibilità di pensare a qualcosa di nuovo, a una proposta cioè che finalmente potesse valorizzare il centro vero».
E ha aggiunto: «In realtà erano almeno due anni che con alcuni dei consiglieri che hanno accettato di aderire a questo gruppo si concordava sulla necessità di superare un periodo in cui il Comune di Trento, era sotto gli occhi di chiunque, si è fermato e non è mai ripartito. Sul finire del 2018 c’è stata la svolta».
Non meno tenero il giudizio di Paolo Castelli sull’operato di Alessandro Andreatta e della sua squadra: «Paghiamo la fragilità di un esecutivo che è in ritardo su parecchi versanti. Non riesco, ad esempio, a capire come si fa a non rendersi conto che non c’è più tempo da perdere sul Prg. Senza questo piano non c’è sviluppo. Sono convinto che ci saranno tante persone che guarderanno con interesse a noi».
Andrea Robol, fuoriuscito dal Partito democratico, sarà il capogruppo di #inMovimento: «Non abbiamo nessuna intenzione di far finire in anticipo la legislatura in corso. Pur non facendo più parte della maggioranza, su determinati punti, se condivisi, non avremo problemi a votare con lei mentre su altre ci opporremo con decisione. Lavoreremo, poi, alla luce del sole per plasmare una città alpina e moderna che sappia progredire ascoltando sempre la gente e non facendo finta di farlo».
Eugenio Oliva arriva invece da Progetto Trentino: «Io provengo dal centrodestra e la mia presenza qui dimostra che non chiuderemo le porte a nessuno. Vogliamo superare gli estremismi, di quelli ce ne sono già abbastanza pure nella nostra provincia. La parola d’ordine è aggregare».
Ha poi lanciato la sfida ad Alessandro Andreatta: «Su una serie di problematiche non faremo sconti alla maggioranza e andremo fino in fondo. Quali? Sulla sicurezza, tanto per incominciare. I cittadini vogliono risposte rapide, non sono più disposti ad attendere. Dal punto di vista politico la prima cosa che faremo è quella di andare in mezzo alla gente ad illustrare bene i nostri progetti».