Notre Dame, spento il rogo si contano i danni: molti anni per la ricostruzione
Spento il rogo che ha devastato Notre-Dame, a Parigi, è il momento della solidarietà, ma anche delle polemiche sui soccorsi giunti in ritardo e sui lavori di restauro da cui sarebbe scaturito l’incendio. Ingenti i danni: la volta della navata centrale è crollata, salve invece le torri e le opere d’arte, che saranno trasferite al Louvre. Già numerosi i versamenti da privati e imprese per finanziare la ricostruzione: 600 milioni da LVMH, Pinault, Total e l’Oreal. Il procuratore di Parigi rivela: c’è stata una prima allerta alle 18.20, ma non è stato riscontrato nulla di anomalo. Una seconda allerta è scattata poco dopo, quando il fuoco era già alla struttura. Interrogati gli operai al lavoro, il presidente di una delle società incaricate del restauro: “Rispettate le procedure di sicurezza”.
Notre-Dame il giorno dopo: la cattedrale di Parigi, capolavoro gotico e patrimonio dell’umanità, è stata divorata dal maxi incendio, ma la sua struttura, la facciata e i tesori che custodisce sono stati salvati. La sua guglia, uno dei simboli della capitale francese, è crollata dopo essere stata preda per più di un’ora delle fiamme.
L’incendio è spento, ma la stabilità della cattedrale e la profondità strutturale del danno sono ancora incerti. La volta della navata centrale è crollata in alcune sezioni e sul transetto, dove poggiava la guglia: è quanto si è visto nelle prime immagini riprese dall’interno della cattedrale nella notte dai vigili del fuoco con i rilievi in marmo apparsi bruniti dal fumo e in fondo all’abside la croce dell’Altare maggiore con a terra pezzi di legno fumante.
“Il Papa è vicino alla Francia, prega per i cattolici francesi e per la popolazione parigina”, un tweet il direttore della Sala Stampa vaticana Alessandro Gisotti.
Macron ha deciso di annullare e rinviare a un altro momento la grande conferenza stampa prevista per domani all’Eliseo, promossa inizialmente per illustrare le misure in risposta alla crisi dei gilet gialli. Dopo il devastante incendio a Notre-Dame, slitta dunque non solo l’intervento televisivo del presidente previsto inizialmente per ieri sera, ma anche l’incontro con la stampa adesso rinviato al “momento opportuno”, spiegano all’Eliseo, sottolineando la necessità di “rispettare il tempo del raccoglimento” dopo l’incendio a Notre-Dame.
Il procuratore di Parigi Rémy Heitz ha spiegato che “c’è stata una prima allerta alle ore 18:20, seguita da un sopralluogo per sedare i dubbi”, durante il quale però non è stato riscontrato nulla di anomalo. Heitz ha aggiunto che c’è stata poi una “seconda allerta alle 18:43. A quel punto, il fuoco è stato riscontrato al livello della struttura. Nel frattempo - ha concluso - la chiesa era stata evacuata perché una messa era cominciata poco prima”. “Nulla indica un atto doloso”, ha spiegato il procuratore di Parigi tornando a privilegiare l’ipotesi dell’incidente.
Piangono i parigini, si ferma la politica, come ha voluto Macron che, in preda alla commozione, ha dato il primo segnale di riscossa: “La ricostruiremo tutti insieme”.
Il restauro della cattedrale di Notre-Dame de Paris “durerà mesi e anni”, ha detto il ministro francese della Cultura, Franck Riester, spiegando che è ancora “troppo presto” per valutare la durata precisa della ristrutturazione. “In ogni caso - ha detto ai microfoni di France Info - ci vorrà tanto tempo e bilanci molto importanti”. Riester ha precisato che “i due terzi del tetto sono andati in fumo” e che la “guglia è crollata all’interno della cattedrale, creando un buco nella volta”, anche “una parte delle vetrate” è andata “distrutta”.