La Provincia sospende il contributo per l’affitto Il Reddito di cittadinanza inguaia 35mila famiglie trentine

di Nicola Marchesoni

Una doccia gelata per almeno 3.500 famiglie. La Provincia sospende il contributo per il pagamento dell’affitto.

Una misura che nel corso degli anni ha permesso di alleviare le sofferenze di trentini e stranieri disagiati. Gente che ora si vede arrivare un macigno addosso. Non basta: è rinviata l’apertura del periodo di presentazione delle nuove domande, che partiva il primo luglio. A quando? Probabilmente a settembre.

Questa situazione, sarebbe più giusto parlare di confusione, è figlia dell’introduzione in Trentino del reddito di cittadinanza e della sua complicata integrazione con il nostro reddito di garanzia.
In una lettera spedita alle Comunità di valle, il Dipartimento delle politiche sociali ha precisato che «vista la coesistenza di due modelli d’incentivazione sostanzialmente analoghi, la Provincia al fine di garantire equità nella concessione degli aiuti intende regolare la cumubilità dei due benefici».

Intanto viene stoppato tutto. Saranno sospesi i contributi integrativi per l’affitto per le domande fatte nel corso del 2018 e non si potrà presentate altre.
L’ex presidente della Provincia Ugo Rossi (Patt) spara a zero sulla giunta: «Siamo di fronte a qualcosa di gravissimo. C’è in ballo il presente e il futuro di persone che faticano ad arrivare alla fine del mese. Il presidente Maurizio Fugatti e i suoi hanno commesso un errore ad introdurre il reddito di cittadinanza a livello locale. L’avevo subito segnalato, non sono stato ascoltato».

E ancora: «Si sono fatti imporre dallo Stato uno strumento peggiore di quello che c’era prima, alla faccia della nostra autonomia. In Alto Adige hanno mantenuto in vigore il loro sistema, più equo e razionale. Era indispensabile muoversi come hanno fatto in provincia di Bolzano».
L’ex governatore mette pressione all’esecutivo: «Mi devono dire quando erogheranno il contributo a chi ne ha diritto e quando sarà riattivata la possibilità di presentare le nuove domande».

Critico anche il segretario della Cisl Lorenzo Pomini: «Viene colpita tanto per cambiare la fascia debole della popolazione. Certe scelte lasciano sconcertati». Promette che i sindacati si faranno sentire: «Ci sono tanti fronti aperti purtroppo, ad esempio quello dei tagli all’accoglienza e adesso anche quello della casa. Non si comprende dove voglia arrivare la giunta, non c’è strategia. Solo improvvisazione. Improvvisazione che produce scelte sbagliate, che colpiscono sempre i soliti».
I dati.
In Trentino le famiglie in cerca di casa sono aumentate ancora nell’ultimo anno. Le domande di alloggio Itea nelle nuove graduatorie approvate a inizio maggio nelle tre maggiori comunità di valle, Trento, Vallagarina e Alto Garda, aumentano di quasi il 4% in un anno, passando da 2.243 a 2.328. Le richieste di contributo integrativo all’affitto che si paga sul libero mercato sono invece in leggero calo, dalle 2.797 dell’anno scorso a 2.703, ma rimangono del 14% superiori al 2017, quando si fermavano a 2.360. Se il trend finale nelle 16 Comunità sarà analogo, le richieste di casa pubblica in affitto potrebbero avvicinarsi a 3.200, mentre le domande di aiuto per pagare il canone di mercato sarebbero almeno 3.500.


 

LA NOTA DELLA PROVINCIA

La sospensione del contributo integrativo e delle nuove domande, spiega in una nota l’assessore provinciale alle politiche sociali Stefania Segnana, intende evitare la sovrapposizione dell’aiuto all’affitto con la cosiddetta «quota b» del reddito di cittadinanza, anch’esso un contributo al canone dell’abitazione. Per le domande presentate dal 1° luglio al 30 novembre 2018, cioè le graduatorie in corso, il contributo sarà regolarmente erogato a partire dal 1° luglio ai cittadini privi dei requisiti per l’accesso al reddito di cittadinanza. Il rinvio dell’erogazione al 1° gennaio 2020 è prevista per coloro che entro la fine dell’anno saranno beneficiari della componente b del reddito.

Per essi è necessario introdurre nel corso dell’anno nuove modalità di quantificazione del contributo integrativo. Tali soggetti saranno comunque beneficiari della componente b del reddito di cittadinanza concessa dallo Stato per il pagamento del canone di locazione e non si troveranno dunque in difficoltà, sostiene l’assessorato, nell’assolvere gli impegni assunti nei confronti del proprietario dell’alloggio. Infine, è confermato il rinvio del periodo di raccolta delle prossime domande per il contributo integrativo per ragioni tecniche legate all’introduzione delle nuove modalità di quantificazione dell’aiuto. Il rinvio non pregiudicherà in alcun modo la successiva concessione del contributo provinciale.

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