Scissione: Renzi lascia il Pd «Inizia una strada nuova»
Matteo Renzi lascia il Pd. Con una accelerazione potente l'ex premier ha deciso di stringere i tempi. E lo ha fatto formalmente attraverso una telefonata serale al premier Giuseppe Conte nella quale gli ha garantito "il pieno sostegno" del gruppo che nascerà nei prossimi giorni.
Poco fa, poi, l'annuncio via Twitter:
C’è una strada nuova da percorrere. Lo faremo zaino in spalla, passo dopo passo. Offriamo il nostro entusiasmo a chi ci darà una mano ed il nostro rispetto a chi ci criticherà. Ma offriremo soprattutto idee per l’Italia di domani.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) September 17, 2019
Ci vediamo alla Leopoldahttps://t.co/yMn0sONvLl
Mentre il Nazareno resta per ora in strettissimo silenzio (nessun contatto di Renzi ne' con Zingaretti ne' con i vertici della direzione) è Dario Franceschini a manifestare senza peli sulla lingua lo sconcerto Dem per una mossa giudicata rischiosissima. Tanto da evocare i tempi bui del ventennio: "Nel 1921-22 il fascismo cresceva sempre più, utilizzando rabbia e paure. Popolari, socialisti, liberali avevano la maggioranza in Parlamento e fecero nascere i governi Bonomi, poi Facta 1 poi Facta 2. La litigiosità e le divisioni dentro i partiti li resero deboli sino a far trionfare Mussolini nell'ottobre 1922. La storia dovrebbe insegnarci a non ripetere gli errori".