Per gli alunni maleducali il "Daspo" dallo scuolabus
Linea dura dell’amministrazione di Camponogara (Venezia) contro la maleducazione sugli scuolabus.
Il consiglio comunale ha approvato un nuovo regolamento il quale prevede, per gli alunni indisciplinati, un “Daspo” di tre giorni dal servizio di trasporto casa-scuola, e nel caso di reiterazione, la sospensione per tutto l’anno dall’utilizzo del pullmino.
Il regolamento stilato per le scuole e le famiglie dei ragazzi, spiega il sindaco Antonio Fusato, «indica norme comportamentali che devono tenere gli studenti quando viaggiano con lo scuolabus. Se non le rispettano scatta la sospensione dal bus di tre giorni e, se reiterano, l’espulsione». Al servizio sono abbonati 330 ragazzi, dalle scuole elementari alle medie.
Sono seguiti da accompagnatori volontari che, al suono della campanella, li portano a bordo del pullmino, viaggiando con loro fino alla consegna alle famiglie.
Gli alunni, osserva il sindaco, «non vengono mai lasciati soli, c’è una continua sorveglianza dei volontari fuori della scuola ma anche sullo scuolabus. Vigilano sulla sicurezza dei ragazzi, ad esempio non permettendo che si alzino in piedi, perchè in caso di frenata improvvisa possono farsi male».
Non solo per la sicurezza. Anche per chi è maleducato con i compagni e l’autista scatterà il Daspo. «Non abbiamo pensato al bullismo - sottolinea Fusato - anche perché non abbiamo mai avuto di questi casi e tantomeno ci sono state segnalazioni da parte delle famiglie. Il regolamento fissa solo norme comportamentali da tenere sullo scuolabus».
Da qui è nata l’idea del vademecun comportamentale per i ragazzi, invitati a restar seduti al loro posto, a non alzarsi mentre il viaggio, ad evitare di disturbare i compagni e l’autista, ad usare «un linguaggio conveniente». Il mancato rispetto delle regole porterà ad una segnalazione alla famiglia «e se questa si disinteressa - prosegue il sindaco - si arriverà ad una sospensione del servizio. Se i fatti si ripetono, all’espulsione. Ognuno deve fare la propria parte: la famiglia la loro, noi la nostra».