Quindici direttori dell'Università contro Fugatti e il suo progetto di Università di medicina con Padova
«Ci auguriamo che il presidente della giunta provinciale receda da ulteriori atti che possano violare i principi ispiratori che legano la giunta provinciale all’Università di Trento. Chiediamo inoltre, e con forza, al presidente della giunta provinciale un’inversione di tendenza, e la ripresa di un dialogo costruttivo con l’ente statale suo interlocutore naturale per l’alta formazione e la ricerca, l’Università di Trento. Nell’interesse non solo della nostra università, ma soprattutto del sistema sanitario trentino e dei malati che hanno bisogno di cure all’altezza delle sfide di oggi». Si conclude così la lettera scritta e firmata dai quindici direttori della Consulta dell’Università di Trento sulla questione della facoltà di Medicina.
Il riferimento è ovviamente allo scontro istituzionale tra la Provincia autonoma di Trento e l’Università sul tema dell’istituzione di un nuovo corso di laurea in medicina e chirurgia. «La nostra università, naturale sede di un tale progetto e impegnata da molti mesi nel realizzarlo, si è vista de facto esclusa dalla discussione, esautorata della possibilità di presentare il suo piano al presidente della giunta provinciale, che ha al contrario incaricato del compito un soggetto terzo esterno al Trentino, l’Università di Padova».
I rappresentanti del corpo docente dell’Università di Trento manifestano quindi le «più forti perplessità sul modo in cui l’iniziativa della giunta provinciale è stata portata avanti e comunichiamo la nostra ferma indisponibilità a partecipare a un progetto didattico che non sia frutto dell’elaborazione, discussione e approvazione da parte degli organi competenti del nostro ateneo, secondo quanto previsto dai processi di assicurazione della qualità per i quali lo stesso nostro ateneo ha ricevuto il massimo della valutazione attribuita dagli organi ministeriali».