La temperatura si misura a scuola Il Tar dà ragione al Piemonte

Il Tar del Piemonte non ha accolto la richiesta del governo di una sospensiva d’urgenza in via monocratica per l’ordinanza della Regione Piemonte che obbliga gli istituti del territorio a verificare che le famiglie misurino effettivamente ai figli la febbre a casa al mattino, come previsto dalla legge nazionale.

Le scuole continueranno dunque a misurare la febbre agli studenti, in Piemonte, almeno fino al 14 ottobre, quando la causa sarà discussa in Camera di Consiglio.

La decisione di respingere la sospensiva, secondo quanto si apprende, si basa sul fatto che l’ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra.
Per i giudici amministrativi, sempre secondo quanto si apprende, il rischio sanitario era comunque tale da giustificare provvedimenti straordinari.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, si dichiara «felice, prima di tutto perché la scelta del Piemonte punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni, che rappresentano non solo uno degli affetti più cari, ma anche un aiuto quotidiano prezioso per ogni famiglia italiana e che sono purtroppo tra i soggetti più vulnerabili di fronte alla pandemia».

La verifica, si legge in una nota, «integra e dà più efficacia» all’obbligo di ogni famiglia di misurare la temperatura al mattino ai figli prima di mandarli a scuola, così come previsto dalla legge dello Stato, introducendo per la scuola un controllo in più prima che inizi l’attività didattica, cioè che la misurazione sia veramente stata fatta dalla famiglia. La verifica da parte della scuola può avvenire attraverso una semplice certificazione o nel modo ritenuto più idoneo. Nel caso in cui l’alunno non abbia la certificazione della famiglia, allora l’istituto ha l’obbligo di misurargli la temperatura. Cirio continua «a pensare che in un Paese normale, dove lo Stato ha obbligato le aziende e gli uffici pubblici a misurare la temperatura a chi entra nei loro locali, questa verifica sarebbe stato giusto garantirla anche a scuola, dove c’è il bene più prezioso da tutelare: i nostri figli che sono il nostro futuro».

Il presidente si dice «dispiaciuto che la scelta del governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio».

L’udienza camerale per la discussione in via ordinaria dell’istanza di sospensiva davanti all’intero collegio è stata fissata per il 14 ottobre.

Il provvedimento della regione Piemonte, impugnato dai ministeri della salute e dell’istruzione, prevede che le famiglie oltre a rilevare la temperatura dei figli prima di mandarli a scuola, la trascrivano sui diari, o sul registro elettronico.

Nel caso questa certificazione domestica non venga prodotta, spetta alla scuole rilevare la presenza o meno di febbre, e di qui l’avvio delle norme di eventuale precauzione contro il Covid-19.

La norma del Piemonte, ha sempre sostenuto il governatore Alberto Cirio, integra quella del Governo, una posizione che trova conforto nel dispositivo prodotto dal Tar di corso Stati Uniti a Torino. L’ordinanza infatti «non sovverte il contenuto della disciplina statale».

Il Tar perciò ha deciso di lasciare in vigore il decreto regionale, la causa sarà discussa in camera di consiglio, davanti al collegio di giudici, il 14 ottobre. Sospendere il provvedimento, determinerebbe «una riduzione del livello di tutela dal contagio presso gli istituti scolastici piemontesi».

 

comments powered by Disqus