Il candidato di centrosinistra, Franco Ianeselli (in primo piano nella foto) al comando con un risultato il 51 e il 55 per cento dei voti. Lo sfidante di centrodestra, Andrea Merler (in secondo piano nella foto) che si ferma fr ail 30 e mil 34 per cento.
Questo lo scenario delle comunali a Trento, secondo lexit poll diffuso dalla Rai.
Fra poco, dalle 9, cominceranno ad affluire i dati reali, con l'avvio dello scrutinio in città e in tutti gli altrin comuni trentini andati al voto per rinnovare le amministrazioni municipali.
Sull'Adige.it i lettori troveranno via via gli aggiornamenti sull'andamento dello spoglio e sui risultati nelle varie città e nei paesi della provincia.
Per tornare al voto nel capoluogo, alle spalle dei due principali contendenti restano le briciole, con un esito che probabilmente ha deluso più di un aspirante sindaco, che si aspettava dinraccogliere un maggiore consenso.
Terzo posto per Carmen Martini (Cinque stelle) tra 3,5 e 5,5 per cento, seguita da Marcello Carli (3%-5%).
Gli altri quattro candidati si dividerebbero una quota fra il 5,5 e il 7,5 per cento. Si tratta di Filippo Degasperi (Onda civica), Giuliano Pantano (Rifondazione comunista), Silvia Zanetti (Si può fare) e Franco Bruno (La catena).
Sul fronte del
referendum costituzionale, anche il Trentino approva il taglio di circa un terzo dei parlamentari eletti: il dato provinciale è del 63,6%, ben sei punti sotto a quello nazionale, ia indicare forse la preoccupazione di una quota di cittadini per l'indebolirsi della rappresentanza territoriale a Roma. Una preoccupazione che evidentemente non tocca la gran parte dell'elettorato altoatesino, dove i sì hanno invece sfiorato l'80%.
Si temeva che una pandemia che sta rialzando la testa e le paure per la frequentazione di posti affollati avrebbero potuto consigliare molti elettori a rimanere a casa. Invece ha vinto la voglia di normalità e il risultato finale dell'affluenza, a Trento come negli altri comuni della provincia dove si è votato, lo conferma in pieno.
Nel capoluogo si sono recati alle urne 60.410 elettori, con una prevalenza di uomini (31.511) rispetto alle donne (28.899).
La percentuale di votanti rispetto agli aventi diritto è stata del 60,93%, con un aumento di oltre sei punti rispetto al 54,75% di cinque anni fa. Vero è che nel 2015 si era votato in una sola giornata e stavolta c'è stato tempo fino a lunedì pomeriggio; segno che anche il prolungamento d'orario, deciso proprio per evitare assembramenti e diluire le code ai seggi, si è dimostrata una scelta saggia. Sono dati che danno valore e piena legittimità ai risultati che ne usciranno, che a questo punto si può dire che non sono stati condizionati dall'emergenza Covid.