Draghi, aperture da Di Maio e Conte. Il premier uscente: «Auspico un governo politico e solido».
Primi segnali forti dal movimento Cinque stelle di apertura all’ipotesi di un nuovo governo guidato da Mario Draghi. Questo pomeriggio l'ex presidente della Bce avvierà le consultazioni, che proseguiranno fino a sabato.
«Agli amici del M5S dico: io ci sono e ci sarò, come pure dico agli amici del Pd e Leu che dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme perché il nostro progetto politico che ho sintetizzato nella formula “alleanza per lo sviluppo sostenibile” è forte, concreto che aveva già iniziato a dare buoni frutti.
Dobbiamo continuare a seguirlo perché offre una prospettiva reale di modernizzare il paese nel segno della transizione energetica, digitale e inclusione sociale».
Lo ha detto il premier dimissionario, Giuseppe Conte, nel corso di una dichiarazione alla stampa svoltasi oggi in piazza Colonna, davanti a palazzo Chigi. Parole che oltre a rappresentare un incoraggiamento sulla strada della costituzione di un nuovo governo, suonano come una netta rassicurazione circa la permanenza del premier uscente dentro il M5S, escludendo dunque l'ipotesi della nascita di un nuovo partito "personale".
Conte indica però anche una strada precisa, che non è quella di un governo tecnico, bensì di un esecutivo politico, dunque con esponenti dei partiti nel ruolo di ministri; probabilmente si augura anche una continuità nelle persone oggi alla guida dei dicasteri.
«In queste ore - ha aggiunto - qualcuno mi descrivere come un ostacolo alla formazione di una nuova esperienza di governo, evidentemente non mi conosce o parla in malafede, i sabotatori cerchiamoli altrove».
Conte ha rivendicato di aver sempre lavorato e per il bene del paese «e perché si possa formare un nuovo governo per risolvere le urgenze sul piano sanitario, economico e sociale».
Ha poi auspicato, facendo appello come detto a Pd e Leu, la nascita di un governo «politico che sia solido e che abbia la sufficiente coesione per poter operare delle scelte politiche perché lo richiedono le emergenze del paese, non possono essere affidate a squadre di tecnici».
Il premier dimissionario ha ringraziato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella e lo ha definito «un prezioso interlocutore negli anni dei miei mandati, sia per i rapporti istituzionali che personali. Desidero ringraziare tutti gli amici della coalizione che hanno lealmente collaborato per la realizzazione del nostro progetto politico», ha concluso.
«Ringrazio profondamente Giuseppe Conte per le sue parole, per la responsabilità istituzionale mostrata ancora una volta, in un momento di grande difficoltà per il Paese. Condivido pienamente la necessità di un forte impulso politico nel governo che andrà a formarsi», ha commentato il ministro degli esteri uscente Luigi Di Maio.
Poco prima lo stesso Di Maio si era rivolto al M5S, chiedendo di ascoltare il presidente incaricato Draghi prima di decidere, mostrando «il rispetto istituzionale» dovuto e di essere «maturi agli occhi del Paese», malgrado legittime preoccupazioni.
Più netta la sindaca di Roma: «Rompiamo gli schemi, il M5S apra a Draghi», ha detto Virginia Raggi parlando con il Foglio. «Bisogna partire dai temi e puntare su un governo politico. Il paragone con il precedente Monti è sbagliato. Dal Recovery alla burocrazia si può fare molto», ha aggiunto la pentastellata romana.
Le dichiarazioni di Conte stanno ricevendo in questi minuti apprezzamenti da parte di diversi esponenti cinquestelle (e non), a cominciare dal capo politico Vito Crimi.
Elogio anche da Pierluigi Bersani (Leu), che parla di «una bella lezione di stile e di serietà», e dal ministro Dario Franceschini. Quest’ultimo twitta: «Visione, generosità e sensibilità istituzionale nelle parole di Giuseppe Conte. Il suo impegno diretto rafforza la prospettiva di una alleanza politica nata con l’esperienza del suo governo».
In mattinata Silvio Berlusconi ha dato un via libera esplicito a Draghi e ha avvertito il centrodestra che la scelta di Mattarella per l’ex presidente della Bce «va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese. La politica deve assumersi la responsabilità delle scelte».