La condanna del rapper per "insulti alla monarchia e alla polizia" scatena cinque giorni di guerriglia urbana a Barcellona
BARCELLONA - Scene di guerriglia urbana a Barcellona. La quinta notte di proteste dopo l'arresto del rapper Pablo Hasél — quella finora con il più alto numero di partecipanti — si è chiusa con 35 arresti, dopo che, per ore, gruppi di dimostranti hanno impazzato nel centro città lasciando dietro di sé saccheggi a negozi e bancomat, moto rovesciate e cassonetti bruciati. Il tutto di fronte a un ampio dispiegamento di mezzi ed effettivi della polizia.
PABLO HASEL ARRESTATO PER INSULTI ALLA MONARCHIA E ALLA POLIZIA
Il rapper Pablo Hasel, è stato condannato a nove mesi di carcere per alcuni tweet nei quali insultava la monarchia e i poliziotti, definiti "mercenari di m...".
Hasel si era barricato nel rettorato dell'università di leida insieme a decine di studenti e attivisti con l'obiettivo di dare risonanza mediatica al suo arresto, che ha definito un "gravissimo attacco" alla libertà d'espressione. "Non ci fermeranno! Non ci piegheranno!", ha gridato Hasel mentre veniva portato via dagli agenti. Il cantante è stato condannato per incitazione al terrorismo e oltraggio alla corona. L'operazione ha coinvolto decine di agenti e venti camionette della polizia, che hanno circondato il rettorato alle 6 e 30 del mattino. Hasel si era rifugiato nell'edificio con l'obiettivo dichiarato di rendere l'arresto "il più difficile possibile per la polizia". Gli agenti sono però riusciti a superare agevolmente le barricate erette di fronte agli ingressi del rettorato e ad avere ragione dei circa cinquanta attivisti presenti, alcuni dei quali hanno accolto i Mossos con un lancio di oggetti.
Lunedì scorso il tribunale dell'Audiencia Nacional aveva negato a Hasel la sospensione della pena in quanto il cantante aveva già subito due condanne, nel 2017 per resistenza a pubblico ufficiale e nel 2018 per violazione di domicilio. Il rapper è stato condannato a nove mesi per alcuni messaggi pubblicati su Twitter tra il 2014 e il 2016 nei quali insultava monarchia e forze di polizia, accusandole di "torturare" migranti e manifestanti. Dal suo arresto, è scoppiata la rivolta di giovani e giovanissimi nelle città catalane.
Tra gli immobili danneggiati, anche l'emblematico Palau de la Música, sala concerti modernista proclamata patrimonio dell'Unesco. Già nelle serate precedenti c'erano stati disordini nel corso di proteste a favore della libertà d'espressione, sia nel capoluogo della Catalogna, regione del nordest della Spagna, sia in altre città del paese.
Manifestazioni che si sono interrotte allo scattare del coprifuoco imposto in tutto il Paese per la pandemia che obbliga tutti ad abbandonare gli spazi pubblici, mentre la Spagna cerca di lasciarsi alle spalle una durissima terza ondata del covid. La scena si è ripetuta sabato sera, con dimostranti finiti in manette a Tarragona e Lleida, sempre in Catalogna, e anche a Madrid, Pamplona e Granada, rispettivamente al centro, nord e sud.
Oggi si è aggiunto un altro arresto a Bilbao, nei Paesi Baschi. Gli imprenditori catalani chiedono alle autorità regionali e locali un intervento urgente per riportare la situazione sotto controllo, accusandole di aver mantenuto una linea troppo morbida nei confronti dei manifestanti. "Siamo passati da manifestazioni di carattere ideologico ad atti di puro vandalismo", è il messaggio che ripete da ieri l'assessore all'Interno del governo catalano a guida indipendentista, Miquel Sàmper. Sulla stessa linea si è espressa la sindaca di Barcellona, Ada Colau, sostenuta da una maggioranza di centrosinistra.
Un altro fronte aperto per Sàmper è quello con i Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, criticata da più parti per aver fatto ricorso a cariche e pallottole di gomma in risposta ai manifestanti.
I Mossos hanno denunciato di esser stati lasciati soli ad affrontare le tensioni del momento e hanno chiesto di non essere "strumentalizzati" politicamente.
Dopo un incontro avvenuto stamattina tra Sàmper e i rappresentanti dei Mossos, il primo ha dichiarato che c'è una "volontà condivisa" di migliorare i rapporti reciproci e appoggiato l'idea di un dibattito su come riformare la polizia in Catalogna. La situazione incandescente creatasi dopo l'arresto di Hasél, colpevole secondo i giudici di "apologia di terrorismo" e ingiurie alla monarchia, lascia strascichi anche sui rapporti tra il Partito Socialista e Unidas Podemos, le due forze della coalizione di centrosinistra alla guida della Spagna, non nuova a frizioni interne. Il primo, formazione maggioritaria, è sotto attacco da parte delle destre all'opposizione, che provano a metterlo in imbarazzo per il fatto di non poter fare a meno dei voti di un partito che non nasconde una certa sensibilità.