Maestra arrestata per violenze e insulti ai bimbi dell'asilo a Cuneo
Violenze fisiche e verbali nei confronti di bimbi di 3 anni.
Urla e insulti, anche calci, mettendo i piccoli alunni in una condizione "di paura e di soggezione tali da rendere loro la frequenza delle lezioni intollerabile".
Sono le accuse rivolte a una maestra d'asilo di 57 anni nel Monregalese, in provincia di Cuneo. L'insegnante - scrivono i carabinieri della compagnia di Mondovì, che hanno condotto le indagini - "cercava di condizionare psicologicamente i piccoli perché non raccontassero a casa ciò che accadeva in aula".
La donna, di origini campane, era stata assunta a settembre con un contatto a tempo determinato di un anno come "organico di rinforzo Covid" per la scuola dell'infanzia, che è pubblica: lei e una collega erano appena arrivate nell'istituto che doveva sdoppiare le classi per ridurre il numero di alunni e riprendere l'attività in sicurezza dopo la pausa estiva. Da ieri la scuola, come le altre della provincia di Cuneo, è chiusa per contenere la pandemia.
La maestra è ai domiciliari con l'accusa di maltrattamenti. La misura cautelare è stata chiesta dalla Procura di Cuneo e autorizzata dal giudice delle indagini preliminari del tribunale, dopo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Mondovì. Sono stati i racconti dei bimbi a mettere in allarme i genitori.
"Con quella maestra non ci voglio più stare", dicevano alcuni di loro. Così padri e madri, angosciati, si sono rivolti, protestando, alla scuola pubblica, che ha subito segnalato il fatto ai carabinieri.
Le indagini sono durate poche settimane: dopo i primi accertamenti nel massimo riserbo, raccogliendo anche le testimonianze delle colleghe della donna e di alcuni genitori, i carabinieri di notte hanno installato alcune telecamere nascoste nei luoghi della scuola dove lavorava la maestra: dall'aula di gioco al locale mensa oltre al giardino esterno. Pochi giorni di filmati sono stati sufficienti a rilevare, quando la donna era sola con i ragazzini, vessazioni, violenze, urla, castighi e punizioni, per mettere paura ai bambini e impedire loro di raccontare a casa cosa avveniva nell'asilo.
L'inchiesta ha documentato, come scrivono ancora i carabinieri, "condotte abituali" e "sproporzionate rispetto alla finalità educativa, lesive della dignità dei piccoli". Così si è arrivati all'arresto della maestra.