Scuoloa / Il caso

Da settembre tornano le «classi pollaio», e molti bambini e ragazzi dovranno cambiare compagni e insegnanti: la protesta

La giunta tira dritto, affossate le mozioni della minoranza in Consiglio Provinciale, e venerdì ci sarà una manifestazione in piazza Dante: «Non ci sono soldi? Ma se spendono 2 milioni per le quote Itas...»

TRENTO. Ieri l’assessore all’istruzione e conoscenza Mirko Bisesti aveva trionfalmente annunciato con un comunicato stampa che «si lavora per la ripresa del prossimo anno scolastico al 100% in presenza». Ma si è ben guardato dal dire che la novità vera è un rimescolamento delle classi, con sezioni da 25 studenti. Quella che gli studenti, lo scorso anno, avevano definito «classi pollaio». E scatta la rivolta: venerdì si terrà una manifestazione in piazza Dante a Trento promossa dai genitori.

Per scongiurare il «pollaio», appunto, si erano mossi anche alcuni consiglieri provinciali di minoranza, ma la loro proposta è stata affossata dalla maggioranza che sostiene la giunta Fugatti.

Scrive la consigliera provinciale Lucia Coppola: «Il Consiglio Provinciale di Trento ha bocciato in data odierna, con 17 voti contrari e 15 a favore, una mia risoluzione, sottofirmata anche dai colleghi/e Dallapiccola, Demagri, Manica, Marini, Rossi e Zanella, con la quale ho chiesto alla Giunta di mantenere per l'anno scolastico 2021/2022 l’attuale numero di alunni/e per classe, cosi come resosi necessario dall’emergenza Covid.

Riportare il numero di alunni per classe alla situazione pre Covid significa disattendere il principio di precauzione, affidandosi agli eventi e senza sapere esattamente cosa succederà. Molti genitori di alunni/alunne sono estremamente preoccupati pensando alla situazione sanitaria dei loro figli.

Ricordo inoltre che le aule degli istituti scolastici trentini, in particolare quelli di nuova costruzione, sono piccole e già in condizioni normali problematiche nell’ospitare gli alunni/alunne.

Il capo della task force incaricato di ripensare il piano di rientro a scuola in sicurezza, su indicazioni del ministro Bianchi, parlava di classi ideali di 10/12 alunni. Ritengo questa bocciatura il frutto di una politica non lungimirante e poco incline all’ascolto, che non considera opportuno programmare per tempo l’organizzazione scolastica, in modo da non doverci poi ritrovare con molte classi in quarantena e vivere in un perenne stato di emergenza. Un’altra occasione persa. Speriamo di non pentircene».

Duro il commento del consigliere Alessio Manica del PD: «Oggi la maggioranza leghista ha bocciato questa risoluzione a prima firma della collega Lucia Coppola, che ho firmato, e che chiedeva di valutare di mantenere per il prossimo anno scolastico l’attuale numero di alunni per classe, senza rimescolare i bambini ricomponendo le classi ben più numerose del pre Covid. Un errore, a spese dei bambini. Le risorse ci sono se si vuole. Basta iniziare ad esempio, come ben ricordato dal collega Rossi in aula, non buttando oltre 2mln di euro nell’incomprensibile acquisto di quote Itas. È una scelta di priorità».

La manifestazione si terrà venerdì in piazza Dante a Trento, davanti alla sede della Provincia. Sono i  genitori dell'Istituto comprensivo di Lavis che hanno promosso questa manifestazione a partire dalle 15.30, per sensibilizzare i palazzi della politica e l'opinione pubblica sul rimescolamento in corso nelle classi elementari.

Al centro della contesa la delibera provinciale 290 del 2021 per la riorganizzazione delle classi, che a Lavis porterebbe allo smembramento di 17 classi interessando circa 200 bambini, di cui 95 si troverebbero davanti al terzo cambio di classe in tre anni di fila.

Riepiloghiamo la vicenda. A causa delle normative anti Covid-19, prima dello scorso anno scolastico la Provincia taglia il numero di alunni nelle classi, aumentando di conseguenza il numero delle sezioni da quattro a cinque, cosa che porta ad un rimescolamento di compagni e maestre. I bambini che hanno così svolto la seconda classe in quest'anno scolastico, ad esempio, si trovano con tante cose nuove intorno a loro rispetto al primo anno.

Qualche settimana fa piazza Dante fa retromarcia. A settembre, sperando non vi sia più una situazione emergenziale, si torna all'antico con un numero minimo di bambini per sezione che si alza e, di conseguenza, le classi che tornano a mescolarsi nuovamente, ritornando alle quattro sezioni, facendo cambiare ai bambini ed ai ragazzi di tutto il Trentino, per il terzo anno di fila, insegnanti, compagni e metodo educativo. Con tutte le conseguenze del caso, dal punto di vista scolastico ma anche emotivo, dopo aver trovato in questi mesi i propri nuovi equilibri.

Una scelta che a Lavis aveva scatenato subito le rimostranze dello stesso Istituto comprensivo, attivatosi per cercare di mantenere lo status attuale. Quindi anche la giunta comunale di Lavis si è mossa a sostegno della battaglia dei genitori, inviando una lettera ai vertici provinciali e chiedendo una revisione della lineaquesto nuovo stravolgimento. Quindi sono stati i genitori dei bambini delle scuole elementari a scendere in campo in prima persona. Con uno slogan chiaro e semplice: «I nostri figli non sono numeri, facciamo contare i loro diritti!».

Prima gli insegnanti e poi i genitori hanno scritto delle lettere all'amministrazione provinciale per chiedere di mantenere tutto così com'è, senza stravolgimenti. Lettere ad oggi inascoltate, tanto da decidere ora di scendere in piazza per esprimere tutte le loro preoccupazioni. In primis quelle di carattere pedagogico per i bambini delle scuole elementari, sballottati da una parte all'altra senza una necessaria continuità. E poi anche una preoccupazione sanitaria. Il rischio tornando ad alzare il numero di bambini nelle aule, insomma, è quello di avere delle nuove «classi pollaio» che magari fra qualche mese dovranno essere riviste nuovamente per venire incontro a provvedimenti nazionali che puntino ad evitare, fra autunno ed inverno, l'arrivo di una nuova ondata.

La manifestazione di protesta in programma venerdì davanti al palazzo della Provincia è aperta a chiunque voglia supportare questa causa, lanciando un appello alla comunità affinché faccia sentire la voce propria e delle sue giovani generazioni. Si terrà con un preciso programma, rispettando ogni normativa anti Covid-19. Sarà, infatti, una manifestazione statica, tutti fermi a debita distanza, indossando le mascherine, così da evitare contatti ed assembramenti. Intanto la protesta è sbarcata anche online, con la petizione per dire «Stop al rimescolamento delle classi dell'Istituto comprensivo di Lavis» aperta sul portale specializzato change.org. Aperta nella giornata di lunedì 24 maggio, questa petizione ha già raggiunto centinaia e centinaia di firme in poco tempo.

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