Flavescenza nelle vigne, la Fem raccomanda un insetticida potenzialmente mortale per le api, allevatori in rivolta
Sotto accusa l’utilizzo di Trebon, Lucia Coppola: «E’ anche dannoso per l’uomo», ma la Fondazione rigetta le accuse: «Prodotti sicuri, e nessun danno per i pronubi»
TRENTO. Duro botta e risposta fra la consigliera provinciale dei Verdi, Lucia Coppola, e la Fem. Motivo del contendere, la raccomandazione ai contadini di usare sulle vigne l’insetticida Trebon per combattere la «flavescenza dorata». Ma che è accusato di provocare una strage di api del miele.
Scrive Coppola in una interrogazione: «La flavescenza dorata è una fitoplasmosi appartenente al gruppo dei giallumi della vite. Il nome viene attribuito dalla colorazione gialla dorata che assumono le foglie, i tralci ed i grappoli di vitigni una volta colpiti. L'agente causale della malattia è un fitoplasma, che si insedia nei tessuti floematici dell'ospite e ne provoca il blocco della linfa elaborata, inducendo uno squilibrio della attività fisiologiche dalla pianta stessa.
La malattia ha gravi ripercussioni sulla quantità e la qualità della produzione a causa dell'aborto dei fiori e del disseccamento e colatura delle infiorescenze.
La Fondazione Edmund Mach – Centro Trasferimento tecnologico - il 16 giugno scorso in un bollettino ha affrontato il problema della “Flavescenza dorata” che sembra in grande espansione sul nostro territorio.
Ha indicato agli agricoltori due interventi da fare sulle vite in tempi successivi. In uno di questi due interventi la Fem inserisce tra gli insetticidi da usare il Trebon, una sostanza molto forte e che porta effetti devastanti sulle api ed è anche molto impattante sull’uomo.
Ciò ha messo in allarme gli apicoltori che a questo punto sono doppiamente preoccupati. Le scarse fioriture del melo, del tarassaco e dell'acacia che si sono verificate in questo periodo non hanno fornito sufficiente nutrimento alle api tanto da costringere gli apicoltori a nutrirle ad acqua e zucchero. Le api sono indebolite. A ciò si aggiunge la paura causata dall’uso consigliato da Fem dell’insetticida Trebon. I pesticidi, in particolare gli insetticidi, oltre alle mortalità provocate da grossolani errori durante il loro impiego (interventi fitoiatrici eseguiti in fioritura, in presenza di vento, contaminazione della flora spontanea, ecc.), sono anche sospettati di abbassare, in dosi sub-letali, le difese immunitarie e di indurre alterazioni sul comportamento, sull’orientamento e sull’attività sociale delle api.
Gli apicoltori lamentano di non essere stati avvisati per tempo dell’inizio di questi trattamenti e ciò ha reso problematico se non impossibile spostare per tempo le api dalle zone in cui vengono fatti i trattamenti.
La lotta alla flavescenza dorata sta creando una vera e propria emergenza ed è necessario sviluppare una strategia condivisa per fronteggiare questa malattia.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della provincia per sapere:
la motivazione per la quale non vi è stata una corretta e soprattutto preventiva informazione agli apicoltori delle indicazioni date da Fem ai viticoltori per combattere la Flavescenza dorata;
se non ritenga prioritario aumentare i finanziamenti dedicati alla ricerca per la lotta alla Flavescenza dorata, studiando metodologie il più rispettose possibile dell’ecosistema;
se non pensi doveroso incentivare la collaborazione con Istituti di ricerca nazionali e internazionali;
se non ritenga necessario sviluppare una strategia condivisa per fronteggiare questa malattia che sta creando una vera e propria emergenza per i viticoltori e gli apicoltori».
Lunga e articolata la risposta della Fem: «precisa che quest'anno, a seguito dell'incremento della popolazione dell'insetto Scaphoideus titanus, cicalina vettore della flavescenza dorata, si è ritenuto opportuno modificare la strategia di difesa.
La presenza di flavescenza dorata sul territorio provinciale è consolidata da alcuni anni e l’incremento riscontrato dell’insetto vettore rappresenta un serio pericolo per la sanità e la produttività dei vigneti stessi, nonché del reddito del viticoltore.
Il Centro Trasferimento Tecnologico effettua il monitoraggio e decide anche la strategia tecnica che diventa obbligatoria su tutto il territorio provinciale. Quest'anno nel corso del monitoraggio effettuato su oltre 300 vigneti, i tecnici hanno riscontrato, come già evidenziato, un aumento della cicalina e hanno proposto quindi un cambio di strategia con l'inserimento, come secondo trattamento obbligatorio, dell'Etofenprox, un prodotto che risulta regolarmente autorizzato, inserito nelle linee guida nazionali e utilizzato anche in frutticoltura. Questo prodotto è opportuno proprio per arginare la crescita dell’insetto, poiché è ritenuto dal Centro Trasferimento Tecnologico più efficace rispetto al principio attivo proposto lo scorso anno.
FEM evidenzia, inoltre, che seguendo le indicazioni riportate sul bollettino non è necessario effettuare spostamenti di arnie sul territorio. Infatti, sul documento sono presenti tutte le indicazioni che i viticoltori devono mettere in atto per ridurre i possibili impatti sui pronubi, sfalcio del cotico erboso, fioritura della vite che deve essere assolutamente conclusa, trattamenti serali ecc. Inoltre, a fine giugno, normalmente la quantità di fiori presenti nel sottofilare del vigneto è molto ridotta. Per questi motivi si ritiene che l’intervento insetticida sia assolutamente tutelante i pronubi».