Requisito dei 10 anni bocciato dal Tribunale, sindacati e Pd contro Fugatti: «Ora cancelli la norma iniqua»
Duro attacco alla politica leghista che è «discriminatoria», e Zeni ricorda che non c’è mai stata alcuna risposta alla sua interrogazione in merito presentata in febbraio
SENTENZA La decisione del Tribunale
TRENTO. "I cittadini sono tutti uguali e la Provincia, nell'attribuzione delle misure di sostegno non può discriminare in base alle origini e alla provenienza. Era abbastanza scontato che il vincolo dei dieci anni di residenza per accedere agli alloggi Itea sarebbe stato dichiarato illegittimo. La Giunta però non ha voluto fare marcia indietro perseverando in una decisione ingiusta, che divide tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Adesso dovranno modificare il regolamento Itea". Così i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino commentano la sentenza della Corte d'appello di Trento che rigetta il ricorso della Provincia contro l'ordinanza del Tribunale che dichiarava discriminatorio il requisito dei dieci anni per accedere alle graduatorie per gli alloggi pubblici e all'integrazione del canone d'affitto.
"Alla luce di questa sentenza - aggiungono i sindacati - auspichiamo che la Giunta Fugatti riprenda in mano le scelte assunte fin qui anche per quanto riguarda l'accesso all'assegno di natalità. Anche per questa misura sono escluse tutte le famiglie che non risiedono da dieci anni sul territorio nazionale".
Duro anche il commento del gruppo consiliare provinciale del PD: «E’ arrivata prima la sentenza della Corte d’appello che la risposta della Giunta all’ultima di una serie di interrogazioni che il Pd del Trentino ha depositato sulla legge discriminatoria della Provincia che nel 2019 introduceva il requisito di 10 anni di residenza in Italia per accedere alla domanda di graduatoria Itea e a quella di contributo sull’affitto.
Come prevedibile, la Corte d'appello di Trento ha respinto l'appello della Provincia autonoma contro l'ordinanza del Tribunale di Trento che aveva accolto il ricorso in cui si contestava il requisito di 10 anni di residenza in Italia, imposto per legge dalla giunta provinciale nel 2019 per accedere agli alloggi pubblici o a un contributo economico per l’affitto».
Il PD ricorda che «L’interrogazione dell’8 febbraio scorso presentata dal consigliere Luca Zeni alla quale a oggi non risulta alcuna risposta, chiedeva, infatti, cosa la Provincia intendesse fare dopo il ricorso alla condanna del Tribunale di Trento, quanto fosse costata la costituzione in giudizio della Provincia, e quali procedure avrebbero dovuto seguire le persone per accedere alle graduatorie I.T.E.A. ed al contributo per le spese d’affitto; e se ritenesse che le sentenze, favorevoli o contrarie che siano all’Istituzione, vadano rispettate o meno.
E’ pertanto necessario che il governo leghista si assuma urgentemente le proprie responsabilità secondo la sentenza, perché conta più il bisogno, che la provenienza».