Un trentino su 3 è vaccinato con due dosi, ma i giovanissimi non si presentano e mancano molti sessantenni
La campagna vaccinale corre, da qui a settembre previste 5.500 iniezioni al giorno, ma preoccupa lo «zoccolo duro» di chi non ha risposto all’appello e non si fa vivo (e le dosi restano in frigo)
TRENTO. Quasi un trentino su 3 (siamo al 29,2% della popolazione totale) ha completato il proprio ciclo vaccinale ed è protetto dal Covid. Ma praticamente un trentino su due (47,1% sempre rispetto al totale di 544 mila cittadini) ha ricevuto almeno la prima dose e, nell'arco di qualche giorno o settimana sarà protetto. I trentini, complessivamente, si presentano al via della stagione estiva e allo stop alle restrizioni (niente mascherine all'aperto probabilmente dalla prossima settimana, ok alle discoteche e un ritorno sostanzialmente totale alla normalità), con buone percentuali di copertura vaccinale.
La campagna prosegue spedita: la giornata di martedì è stata quella del record assoluto di somministrazioni in ventiquattro ore, ben 7.156, con il precedente record del 12 giugno (7.076) battuto. Ma più in generale nelle ultime due settimane l'accelerazione è stata evidente, con il periodo dal 7 al 13 giugno che ha segnato il top di sempre grazie a 41.520 dosi in sette giorni, a una media quotidiana di quasi seimila (5.931). E la settimana scorsa si piazza al secondo posto di questa "classifica" con 38.619 somministrazioni per una media di 5.517 al giorno.
In proiezione anche i sette giorni in corso non saranno da meno, considerato che nei primi tre (dal 21 al 23 giugno) stiamo viaggiando a 5.300 di media. Una lunga corsa, quindi, iniziata il 27 dicembre scorso con le prime cento simboliche "punture" e proseguita in questi mesi. Non sono mancate le polemiche e i problemi, gli annunci e i dietrofront, la confusione e i tira molla, ma bisogna ricorda che ogni giorno in Trentino decine e centinaia di persone, medici e infermieri, ma anche tantissimi volontari, lavorano per arrivare all'obiettivo. Obiettivo che si chiama immunità di gregge e (quindi) sconfitta del Covid.
In tal senso a che punto siamo? A meno di metà strada. Per raggiungere l'immunità bisogna arrivare ad almeno l'80% dell'intera popolazione. Ovvero ad almeno 435.769 trentini vaccinati. Ad oggi, quindi, mancano all'appello 179.291 persone.
Come ha sempre detto l'Azienda sanitaria, non ogni vaccinazione è uguale: proteggere un ottantenne è diverso da proteggere un ventenne, ha spiegato nelle scorse settimane il dottor Antonio Ferro, per il semplice fatto che un ottantenne contagiato ha - spesso - anche un effetto sul sistema sanitario (viene ricoverato), mentre un ventenne - spesso - no. I numeri raccontano che, andando avanti a un ritmo di circa 5.500 dosi giornaliere, arriveremmo all'immunità intorno alla metà di settembre. Ieri il giorno esatto era il 17, ma si varia continuamente a seconda delle medie.
La domanda a questo punto è se avremo, da qui a metà settembre, 5.500 persone da vaccinare ogni giorno. Le prenotazioni in Trentino sono aperte a tutti i cittadini con più di 16 anni, seppur con qualche limite di dosi. Il problema diventa quindi l'adesione: nella prima giornata di apertura ai 16/17 anni su una platea potenziale di 11.300 giovani hanno aderito in poco più di mille, circa il 10%. E anche tra gli under 40 le adesioni sono ancora molto limitate, fermo restando il numero di prenotazioni contingentato. Almeno per ora l'attenzione dell'Apss non è tanto a intercettare i 179.291 trentini "mancanti", quanto a convincere i circa 25 mila over 60 che ancora non hanno prenotato.
In quelle fasce d'età l'adesione è ben superiore all'80% - con punte oltre il novantacinque per cento tra i più anziani - ma lo sforzo degli anziani potrebbe rivelarsi inutile se le fasce più giovani non dovessero aderire in maniera massiccia. Con il rischio, del quale hanno già parlato molti medici trentini, che in autunno il virus torni a circolare con forza.
Tornando ai numeri, oggi in Trentino il 29,2% della popolazione è protetto con entrambe le dosi (159.101 persone su 544.745): più di uno su quattro ma meno di uno su tre. Se consideriamo solo la popolazione maggiorenne, cioè quella che fino ad ora ha potuto accedere alle prenotazioni, la percentuale si alza al 35,61%.
I dati crescono se consideriamo la protezione con una sola dose, dando per scontato che la seconda è solamente una questione di tempo: ad oggi il 47,08% della popolazione totale ha iniziato il ciclo vaccinale, mentre se consideriamo solo chi ha più di diciotto anni arriviamo al 57,40%. Considerando le due dosi andiamo meglio rispetto alla media nazionale, ferma al 27,58% della popolazione, mentre considerando una sola dose andiamo peggio (54,03% in Italia e appunto 47,08% in Trentino).Il 76% dei trentini, ovvero più di tre su quattro, è stato vaccinato con Pfizer, mentre il 14% con AstraZeneca, l'8% con Moderna e solamente lo 0,8% (3.321 persone) con Janssen. AstraZeneca e Janssen che ora sono riservati solo agli over 60. E sono, quindi, praticamente fermi nei frigoriferi.