Gli avvocati di Tateo all’attacco, «nessun nesso fra il caso Pedri e l’operato del primario», e minacciano querele per tutti
Il dottore, affermano i suoi legali, è «vittima» di un grave caso di «naming and shaming»: ha invece fornito ogni elemento richiesto all’Autorità Giudiziaria, ma è al centro di un «circuito mediatico»
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TRENTO. "Scriviamo nell'interesse ed a tutela del dottor Saverio Tateo vittima di una campagna mediatica di inusitata forza diffamatoria che, sulla base di illazioni menzogne e strumentalizzazioni, ha inteso ed intende mettere in relazione la dolorosa vicenda della scomparsa della dottoressa Sara Pedri con il ruolo e la funzione rivestita dal dottor Tateo in qualità di Direttore dell'U.O. Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Trento. Un circuito mediatico che sembra proprio teso a ricercare una sponda giudiziaria al fine di replicare, ancora una volta, quel circolo vizioso destinato a consumare l'indebita sostituzione del giudizio mediatico a quello dei Tribunali, sulla base di una rappresentazione falsa, unilaterale e spesso demonizzante della persona coinvolta".
Lo scrivono in una nota i legali di Saverio Tateo, l'avvocato Vincenzo Ferrante e l'avvocato Salvatore Scuto. "Il dottor Tateo, sino ad oggi, ha evitato ogni esposizione mediatica nell'intento di non interferire con le attività di indagine e accertamento compiute sia dall'Autorità Giudiziaria sia dalla Direzione Generale dell'Ospedale. Egli, però, ha prontamente fornito ogni elemento in suo possesso all'Autorità Giudiziaria e ha prestato la massima collaborazione nei confronti della Direzione dell'Ospedale, al fine di fare chiarezza su quanto fosse eventualmente accaduto sul luogo di lavoro durante i pochi mesi in cui la dottoressa Pedri ha operato, in prova, presso il reparto da lui diretto; elementi che convergono tutti verso la radicale esclusione di qualsiasi nesso di causalità tra la scomparsa della dottoressa Pedri e l'attività e la funzione da egli svolta in qualità di Direttore dell'Unità Operativa", proseguono i legali.
"A fronte di ciò abbiamo riscontrato, e riscontriamo a tutt'oggi, che continuano ad apparire dichiarazioni ed interviste sugli organi di stampa, intese indebitamente ad anticipare conclusioni ancora tutte da verificare, posto che nulla è stato mai contestato al dott. Tateo, né dall'autorità inquirente, né dal proprio datore di lavoro. Si alimenta così un gravissimo fenomeno di naming and shaming cui è vittima il nostro assistito e contro il quale valuteremo ogni azione giudiziaria necessaria per la tutela della sua reputazione. Allo stesso modo tuteleremo l'opera svolta dal dott. Tateo in dieci anni di direzione del reparto nell'arco di una carriera trentennale, che lo ha visto operare in Italia e all'estero, sempre esclusivamente all'insegna della tutela della salute delle pazienti, assicurando quegli elevati standards di prestazione del servizio sanitario pubblico, che hanno fatto dell'U.O. Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Trento un reparto di assoluta eccellenza in Italia", conclude la nota degli avvocati Ferrante e Scuto.