Il Cup non risponde al telefono, centinaia di trentini non possono prenotare, e l’Azienda ci rassicura: «ci stiamo lavorando»
La prova sul campo: ore e ore al telefono inutilmente, poi il tentativo con il servizio di richiamo automatico che da tre giorni e mezzo non si fa vivo
LA PROTESTA "Ho provato 25 volte, inutilmente"
TRENTO. Lunedì 12 luglio e martedì 13 luglio ho provato per diverse ore a prenotare un esame, alla linea telefonica del Cup dell’Azienda Sanitaria del Trentino. Inutilmente.
Alla fine ho ceduto al consiglio del nastro registrato che – dopo avermi detto cento volte che potevo rivolgermi al sito internet, ma io non potevo per quel tipo di esame – mi ha consigliato di digitare il numero 9: «Sarete contattati da un operatore al più presto».
Io credevo che «al più presto» volesse dire entro il giorno stesso. Sono passati da quel momento tre giorni e mezzo, per l’esattezza 78 ore, e nessuno mi ha richiamato.
Lo confesso: avevo già provato questo magico servizio anche la settimana scorsa, e dopo parecchi giorni di attesa, mentre stavo in sella alla bicicletta, mi è arrivata la chiamata. Il tempo di fermarmi, prendere il telefonino e rispondere, e una voce registrata mi ha accusato: «Lei non ha risposto alla nostra terza e ultima chiamata». Ma la prima e la seconda non c’erano mai state.
Come è successo a me, sta succedendo a tantissimi trentini: al nostro sito internet e sulla nostra pagina Facebook, sono finora 289 i lettori che ci hanno confermato l’accaduto: è successo anche a loro. Come era successo al signor Giorgio Casillo, che ci aveva scritto una toccante lettera disperata: «Ho provato 25 volte, non sono mai riuscito a parlare con nessuno, e dopo un po’ la conversazione viene troncata».
Mi aspettavo, dopo la lettera del signor Casillo pubblicata lunedì sull’Adige, un comunicato stampa dell’Azienda Sanitaria o della giunta provinciale. Ne fanno venti o trenta al giorno, per capirci, ed hanno fior fior di giornalisti in ufficio. In questa settimana hanno fatto comunicati sui concerti jazz a Levico, o sulla comunità energetica di Riccomassimo, e persino sulla Famiglia Cooperativa di Valda. Ma sul disservizio del Cup, silenzio.
Per fortuna Tommaso Ropelato, della redazione del giornale, è riuscito ad avere una risposta ufficiale (anche se non per iscritto). Quindi «L’Azienda fa sapere che sta lavorando per far fronte alla situazione ricercando ulteriore personale». Tutta colpa del traffico: «Al momento le richieste di prenotazione sono in aumento, vista la recente riapertura dell’attività ambulatoriale. Comunica che nel 2019, ultimo anno con cui il confronto può avere “un senso”, le prenotazioni tramite CUP (quindi calcolando anche quelle in libera professione) sono state 1.375.274. Numero decisamente importante. Invita pertanto a non sovraccaricare il servizio, ad esempio richiamando dopo aver già lasciato il nominativo per essere ricontattati per fissare un appuntamento o dopo aver “digitato 9”».
E qui mi cascano le... braccia. Io chiedo di essere richiamato, non mi richiamano, e poi mi invitano a non riprovarci? Comunque, guardiamo al futuro: «L’Azienda, nei prossimi giorni, si muoverà dunque per “rimpinguare” il personale ed esorta ad utilizzare, nei casi in cui sia possibile, la prenotazione online».
Credo che farò il malandrino, e proverò di nuovo a telefonare. Poi vi racconto...