Aumento delle indennità dei consiglieri, bufera in Aula, e Savoi dà dell’ignorante a Zanella che critica
Il consigliere Paccher ancora una volta difende la scelta di Svp e Lega: «Spiegarglielo è fiato sprecato. L'aumento non c'è stato. Si è montato un caso mondiale, ma noi non potevamo fare diversamente».
TRENTO. È tornata a riesplodere ieri la polemica sulla nuova norma sulla rivalutazione Istat delle indennità dei consiglieri regionali/provinciali approvata a maggioranza la settimana scorsa dal consiglio regionale con il voto di un emendamento presentato a sorpresa dal nuovo presidente del consiglio Josef Noggler (Svp) all'assestamento di bilancio della Regione.
A dare fuoco alle polveri nel consiglio provinciale trentino, nel corso del dibattito sull'assestamento di bilancio della Provincia, è stato il consigliere Paolo Zanella (Futura), che ha attaccato la maggioranza e in particolare la Lega, per quella decisione che sblocca le rivalutazioni delle indennità congelate dal 2014 in poi e prevede una nuova indicizzazione che partirà dalla prossima legislatura (è esclusa solo la parte rimanente dell'attuale).
A innescare la miccia è stato il confronto con il contratto del pubblico impiego per il quale il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha detto nella sua relazione al bilancio che mancano i soldi per il rinnovo. Zanella ha osservato che: «Non si trovano i soldi per il rinnovo del contratto mentre si trovano per l'aumento di 600 euro lordi al mese per i consiglieri provinciali a loro dire dovuti mentre ci sono dipendenti pubblici e privati che un aumento di 600 euro non lo vedono neppure in un anno non al mese».
«Invito Paccher e Savoi - ha sottolineato Zanella - a spiegare come possono difendere questo aumento per noi consiglieri che ci siamo dati da soli e che io trovo invece scandaloso mentre non ci sono i soldi per i dipendenti pubblici che la Lega definisce privilegiati».
Il vicepresidente del consiglio regionale Roberto Paccher ha replicato indispettito: «È fiato sprecato spiegare a Zanella che l'aumento non c'è stato. L'emendamento ha bloccato invece per questa parte di legislatura l'indicizzazione prevista dalla legge del 2012. L'avvocatura dello Stato ha però detto che vanno liquidate le somme delle rivalutazioni Istat accantonate dal 2014 fino adesso. Non sono 600 euro ma il 4,3% che corrisponde a meno di 450 euro. Si è montato un caso mondiale, ma noi non potevamo fare diversamente».
Il leghista Alessandro Savoi è intervenuto anch'egli per difendere l'emendamento dando poi dell'«ignorante» a Zanella. Al che il consigliere di Futura ha osservato che: «La norma del 2012 si poteva cambiare eliminando l'adeguamento Istat e c'era un percorso avviato in commissione per farlo, invece di intervenire in modo oltraggioso e vergognoso con un emendamento in aula».
L'ex governatore Ugo Rossi ha osservato: «Condivido che non si poteva fare una legge retroattiva e c'era il problema della sospensione, ma l'emendamento la maggioranza Lega-Svp avrebbe potuto farlo già tre anni fa».