Eutanasia legale, raggiunte le 500mila firme per il referendum: spinta dalle adesioni online
Il comitato promotore punta alla quota di sicurezza delle 750 mila sottoscrizioni e sottolinea l'importanza di aver ottenuto il via libera per le firme via Web tramite identità digitale. Nel frattempo continua anche la raccolta per i sei quesiti radicali di riforma della giustizia, che dividono la maggioranza di governo. Lanciata il mese scorso anche la campagna del comitato per l'abolizione della caccia. Ecco tutte le informazioni utili
TRENTO. Sono diverse le iniziative referendarie che stanno segnando l'estate italiana, con banchetti per strada, anche in Trentino, e dibattiti sui media.
In primo piano eutanasia e giustizia, ma è appena partita anche una raccolta di firme su quesiti per l'abolizione della caccia.
E dalla settimana scorsa i referendum e le leggi di iniziativa popolare si possono firmare anche online, non solo ai gazebo.
A partire da quello sull'eutanasia legale che è in corso, promosso, tra gli altri, dall'associazione Luca Coscioni.
A annunciare la novità dell'adesione telematica è l'associazione stessa, che rivendica la novità insieme a Mario Staderini, ex segretario dei Radicali, dopo una battaglia politico-giudiziaria durata due anni.
La svolta arriva con un emendamento approvato negli scorsi giorni all'unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente per la raccolta firme per i referendum on line tramite identità digitale (Spid) e carta d'identità elettronica.
Frattanto, proprio la raccolta firme per la legalizzazione dell'eutanasia galoppa: oggi, 16 agosto, il comitato promotore ha fatto sapere che è già stata raggiunta la quota minima necessaria delle 500 mila sottoscrizioni, ma per evitare soprese al momento del vaglio ufficiale, si procederà fino a 750 mila.
"Nell'esprimere profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari - scrivono i promotori - che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell'esercizio del diritto al referendum, vogliamo sottolineare che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l'obiettivo di raccogliere almeno 750.000 firme entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli.
Di fronte agli annunci di iniziative parlamentari e al proseguirsi della violazione dei diritti dei malati, già sanciti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato-Antoniani, vogliamo precisare che il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante, non è - né dal punto di vista legale né da quello politico - uno "stimolo" al Parlamento affinché legiferi, né tantomeno un alibi per il governo e le Regioni per continuare a violare impunemente la legge. Continueremo infatti ad agire al fianco di persone malate che, come nel caso di "Mario", si vedono conculcata con la violenza la propria libertà di decidere sul fine vita.
A 37 anni dal deposito della prima proposta di legge sull'eutanasia, a prima firma Loris Fortuna, il referendum è lo strumento per abrogare la criminalizzazione del cosiddetto "omicidio del consenziente" (articolo 579 del codice penale) e rimuovere così gli ostacoli alla legalizzazione dell'eutanasia anche con intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente, sul modello di Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna, seguendo i principi già stabiliti anche dalla Corte costituzionale tedesca.
Se nel frattempo il Parlamento avrà la forza di approvare una legge (come quella ora ferma in Commissione alla Camera) che depenalizzi il cosiddetto "aiuto al suicidio" (articolo 580 el codice penale), ricalcando la sentenza della Consulta, certamente si tratterà di un passo avanti positivo per impedire ostruzionismi come quello in atto contro "Mario", ma non si supererà l'utilità del referendum sull'art. 579.
Parallelamente alla strada referendaria, che continua con la raccolta delle prossime centinaia di migliaia di firme, come Associazione Luca Coscioni proseguiamo anche con l'aiuto diretto alle persone che si rivolgono a noi attraverso il "numero bianco sul fine vita" (06 9931 3409, numero gratuito attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17).
Nei casi in cui sarà necessario, con Mina Welby e Gustavo Fraticelli siamo pronti a ricorrere alla disobbedienza civile per affermare il diritto fondamentale all'autodeterminazione dei malati in condizione di sofferenza", conclude la nota del comitato promotore.
Nel frattempo, procede nella raccolta delle firme per il referendum sulla giustizia, il partito radicale, con il sostegno della Lega (ma nei giorni scorsi ha firmato anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva) e di esponente vari di altri partiti (ma il centrosinistra resta tiepido, mentre il M5S è contrario).
Quesi i sei quesiti previsti.
1) Riforma del Consiglio Superiore della Magistratura
"Stop allo strapotere delle correnti Viene abrogato l’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la cndidatura. L’attuale obbligo impone a coloro che si vogliano candidare di ottenere il beneplacito delle correnti o, il più delle volte, di essere ad esse iscritt".
2) Responsabilità diretta dei magistratura
"Più tutele per i cittadini: chi sbaglia, paga Introduciamo la possibilità di chiamare direttamente in causa il magistrato che ha procurato illecitamente il danno. I magistrati saranno considerati alla pari di tutti i funzionari pubblici: chi sbaglia paga, stop a regimi privilegiati. Lo scopo è quello di responsabilizzare i magistrati, preservarne l’onorabilità di corpo e scongiurare abusi, azioni dolose o gravi negligenze".
3) Equa valutazione dei magistrati
"I magistrati non possono essere controllatisolo da altri magistrati Con questo referendum viene riconosciuto anche ai membri “laici”, cioè avvocati e professori, di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati".
4) Separazione delle carriere dei magistrati
"Stop alle porte girevoli per ruoli e funzioni Il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale".
5 Limiti agli abusi della custodia cautelare
"Per una giustizia giusta e un equo processo, per tutti Resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi e si abolirebbe la possibilità di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile “reiterazione del medesimo reato”. Questa è la motivazione che viene utilizzata più di frequente per disporre la custodia cautelare, molto spesso senza che questo rischio esista veramente".
6 Abolizione del decreto Severino
"Più tutele per sindaci e amministratori Con il sì viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici".
Infine, da mese scorso è in corso anche la raccolta di firme per il referendum che chiede l’abolizione della caccia.
L’iniziativa è del comitato “Sì Aboliamo la caccia”, che spiega di avere svolto un approfondito lavoro sul piano giuridico per individuare le abrogazioni necessarie per "cancellare ogni possibilità di esercitare la caccia mantenendo la tutela degli animali selvatici prevista dalla legge 157\1992".
Lo stesso comitato lamenta il disinteressa o addirittura le critiche da parte delle principali organizzazioni nazionali ecologiste e animaliste.
"Il nostro lavoro - si legge in un comunicato - parte da lontano: è iniziato ad ottobre 2020 ed abbiamo chiesto e invitato tutte le associazioni animaliste dalle più grandi alle più piccole a partecipare e costruire assieme questa iniziativa di civiltà, ma abbiamo sempre ottenuto risposte negative con motivazioni francamente incomprensibili.
E’ ovvio che ci sarà sempre la possibilità di perdere, ma un conto è combattere assieme e cercare il risultato, altro è il disfattismo a prescindere.
Nessuno ha detto che perdendo questo momento si dovrà poi scalare di almeno quattro anni ed ogni anno vengono uccisi duecento milioni di animali e non è che tra quattro anni il pericolo di perdere sia diverso.
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere migliaia di volontarie/i che da ogni parte della nazione italiana si sono resi disponibili a lavorare donando le proprie risorse per far parte della nostra organizzazione.
Abolire la caccia è un dovere di chiunque animalista, ambientalista, o italiano: a maggior ragione ogni associazione che è nata e si proclama "in difesa dei diritti degli animali" deve intervenire.