Patrick Zaki libero, lo studente è stato scarcerato dopo 22 mesi: "Grazie all'Italia, tornerò da voi appena possibile"
Il giovane ricercatore dell'Università di Bologna è uscito da un commissariato a Mansura. L'abbraccio con la madre e le parole di ringraziamento per l'Italia. Prosegue però il processo contro gli articoli di denuncia sulle condizioni della minoranza cristiana copta in Egitto
ROMA. Patrick Zaki è stato scarcerato da un commissariato di Mansura. Appena uscito, lo studente egiziano dell'Università di Bologna, in carcere da 22 mesi, ha abbracciato la madre.
Nelle prime parole un pensiero all'Italia e alla mobilitazione per la libertà dello studente libero ma non ancora scagionato da accuse che riguardano il suo lavoro da ricercatore e in particolare un articolo del 2019 che illustrava le discriminazioni subite in Egitto dalla minoranza cristiana dei copti.
"Sto bene, grazie: forza Bologna!", ha esultato Patrick, studente dell'ateneo felsineo, poco dopo aver lasciato il commissariato verso le 13 di oggi, 8 dicembre.
"Voglio dire molte grazie agli italiani, a Bologna, all'Università, ai miei colleghi, a chiunque mi abbia sostenuto", ha detto Patrick, parlando con l'ANnsa, appena arrivato a casa della famiglia a Mansura dopo essere stato rilasciato dal carcere.
"Sto aspettando, vedrò nei prossimi giorni cosa succede: voglio essere in Italia il prima possibile, appena potrò andrò direttamente a Bologna, la mia città, la mia gente, la mia università", ha aggiunto
"Aspettavamo di vedere quell'abbraccio da 22 mesi e quell'abbraccio arriva dall'Italia, da tutte le persone, tutti i gruppi e gli enti locali, l'università, i parlamentari che hanno fatto sì che quell'abbraccio arrivasse".
Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia commenta la notizia del rilascio di Zaki.
"Un abbraccio - dice Noury - soprattutto ai mezzi di informazione che hanno tenuto alta l'attenzione per questi 22 mesi. Ora che abbiamo visto quell'abbraccio aspettiamo che questa libertà non sia provvisoria ma sia permanente. E con questo auspicio arriveremo al primo febbraio, udienza prossima".
Ecco le tappe del calvario dello studente dell'Università di Bologna.
* 7 FEBBRAIO 2020. Patrick atterra al Cairo intorno alle 4.30 di notte per quella che doveva essere una breve vacanza in famiglia prima di tornare a Bologna e proseguire gli studi nel master europeo 'Gemma'. In aeroporto viene fermato e, secondo le denunce di attivisti e legali, sottoposto a torture durante un interrogatorio su questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo per i diritti Lgbt.
* 8 FEBBRAIO. È il giorno della formalizzazione dell'arresto in Egitto e della breaking news che arriva anche in Italia. Il ricercatore compare a Mansura, sua città natale, in stato di arresto per un mandato di cattura emesso nel 2019. Per lui 15 giorni di custodia cautelare. Da una petizione su Change.org inizia la mobilitazione internazionale per chiederne la liberazione. Tra le accuse formalizzate: istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo, gestione di un account social che punta a minare la sicurezza pubblica.
* 9 FEBBRAIO. 'Libertà per Patrick', flash-mob in piazza Maggiore a Bologna. L'Università di Bologna costituisce un gruppo di crisi. La Farnesina monitora.
* 12 FEBBRAIO. Si muove l'Europa. Sassoli chiede che Zaki sia rilasciato subito. Intervengono i genitori di Giulio Regeni: "I governi ne tutelino l'incolumità".
* 14 FEBBRAIO. Il Cairo reagisce. Il Parlamento egiziano assicura che Zaki "ha pieni diritti" e bolla quella di Sassoli come una "inaccettabile ingerenza".
* 17 FEBBRAIO. Corteo a Bologna, partecipano in 5mila.
* 22 FEBBRAIO. È il primo rinnovo di 15 giorni di custodia cautelare. Zaki in aula si difende: "Non ho mai scritto i post per i quali mi accusate".
* 2 MARZO. Patrick si fa sentire dal carcere: "Sto bene ma ridatemi i miei libri".
* 5 MARZO. Zaki viene trasferito al carcere di Tora al Cairo.
* 23 MARZO. La famiglia lancia un appello: "Soffre d'asma ed è a rischio per il coronavirus". Cominciano anche i rinvii delle udienze, "causa Covid-19". Le visite per la pandemia sono interrotte dal 7 marzo.
* 16 GIUGNO. Patrick trascorre in carcere il suo 29esimo compleanno.
* 13 LUGLIO. Il Tribunale egiziano dispone il rinnovo della custodia cautelare, stavolta per 45 giorni.
* 29 AGOSTO. Patrick riceve la prima visita in carcere dopo 5 mesi e mezzo.
* 2 DICEMBRE. Nella mobilitazione internazionale irrompe un video dell'attrice di Hollywood Scarlett Johansson che chiede libertà per Zaki.
* 21 DICEMBRE. Lo sfogo di Patrick in prigione: "Sono esausto fisicamente e depresso".
* 11 GENNAIO 2021. Patrick George Zaki diventa cittadino onorario di Bologna.
* 1 FEBBRAIO. L'ennesima doccia fredda: altri 45 giorni di custodia cautelare.
* 5 FEBBRAIO. Il sogno della cittadinanza italiana: è l'appello lanciato da una petizione online di cittadini e studenti, cui si unisce la famiglia di Patrick.
* 7 FEBBRAIO. Patrick da un anno esatto in cella lancia un appello agli amici e agli attivisti: "Lottate per me".
* 5 APRILE. "Zaki sta male", i legali chiedono il cambio dei giudici, che viene però negato.
* 14 APRILE. Sì del Senato alla richiesta al governo per la cittadinanza italiana. In aula c'è anche Liliana Segre.
* 16 GIUGNO. Incubo senza fine, un altro compleanno in carcere.
* 13 SETTEMBRE. Dopo 19 mesi di custodia arriva il rinvio a giudizio. Zaki va a processo per un articolo sui copti perseguitati in Egitto. Resta in carcere e una nuova udienza è fissata per il 7 dicembre 2021.
* 16 SETTEMBRE. I compagni del master di Patrick si laureano a Bologna. Alla cerimonia compare la sagoma di Zaki.
* 7 DICEMBRE. Il tribunale di Mansura ordina la scarcerazione di Patrick ma non lo assolve dalle accuse che gli sono contestate. La prossima udienza del processo viene fissata al primo febbraio 2022.