L'Unhcr: "Non dimenticate i milioni di profughi siriani che vivono in estrema povertà"
L'agenzia Onu per i rifugiati ricorda che da conflitto sono fuggiti 13 milioni di persone, oltre cinque milioni si trovano nei Paesi vicini e servono nuovi finanziamenti per le organizzazioni umanitarie che offrono supporto agli sfollati
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GINEVRA. L’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, fa appello al mondo perché non dimentichi e non trascuri le necessità sempre maggiori dei rifugiati e degli sfollati siriani, a undici anni dall’inizio della crisi.
Un appello che arriva mentre in Europa è in corso la fuga di sfollati Ucraini dal Paese invaso dalle forze russe: sono tre milioni i profugh, secondo stime dell'Onu.
La Siria, ricorda l'Unhcr, rimane la più grave crisi mondiale per numero di persone costrette alla fuga. Più di 13 milioni di persone sono fuggite dal Paese o sono sfollate all’interno dei suoi confini.
"I Paesi confinanti e vicini - scrive l'agenzia Onu - necessitano di un sostegno internazionale costante, avendo accolto con generosità oltre 5,6 milioni di rifugiati siriani: il numero più alto al mondo.
Questi Paesi subiscono una crescente pressione finanziaria, specialmente alla luce dell’impatto socio-economico devastante della pandemia.
I rifugiati e le comunità ospiti sono stati duramente colpiti dalla perdita dei propri mezzi di sostentamento e dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari e di altri beni necessari.
Oggi, la maggior parte dei rifugiati siriani della regione vive in povertà. Le prospettive sono particolarmente difficili per i più vulnerabili fra loro, come le madri single, i bambini non accompagnati e le persone con disabilità.
La situazione è grave soprattutto in Libano, dove oltre il 90% dei siriani vive in condizioni di povertà estrema, insieme a un numero sempre più alto di individui delle comunità che li ospitano.
I bambini abbandonano la scuola per lavorare. I matrimoni precoci sono in aumento, specialmente tra le famiglie più impoverite. I miglioramenti ottenuti nell’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria sono a rischio.
La situazione sarebbe ancora peggiore se non fosse per i passi significativi di alcuni paesi ospiti, che per esempio consentono ai rifugiati l’accesso al mercato del lavoro, all’assistenza sanitaria pubblica e a una serie di altri servizi.
Questo risultato è stato ottenuto nonostante il grande numero di rifugiati presenti in questi Paesi.
La Turchia continua a ospitare la più vasta popolazione di rifugiati al mondo, compresi 3,7 milioni di siriani, mentre il Libano e la Giordania sono fra i Paesi con il più alto numero di rifugiati pro capite.
Nel frattempo i bisogni umanitari in Siria continuano a crescere.
Più di 6,9 milioni di persone sono ancora sfollate all’interno del paese e 14,6 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari e di altre forme di assistenza. Circa 5,9 milioni di persone hanno bisogno di aiuto per soluzioni abitative sicure, e molti hanno ancora grandi difficoltà nell’accesso ai servizi di base, come l’istruzione e l’assistenza sanitaria.
Nel 2021, tre quarti di tutte le famiglie del Paese hanno detto di non riuscire a soddisfare le loro necessità fondamentali: il dieci per cento in più dell’anno precedente.
Ciò nondimeno, alcuni siriani scelgono di tornare a casa.
Nel 2021 l’Unhcr ha verificato o monitorato il ritorno di circa 36.000 rifugiati in Siria. I rifugiati prendono in considerazione vari fattori nella loro decisione di tornare o meno, come la sicurezza, i diritti di proprietà e le opportunità di lavoro.
Parallelamente, molti sfollati interni sono tornati a casa, facendo aumentare le necessità legate alla reintegrazione.
C’è urgentemente bisogno di soluzioni politiche per mettere fine a undici anni di sofferenze. È anche necessario aumentare le opportunità di reinsediamento per i rifugiati siriani più vulnerabili.
L’Unhcr fa appello ai donatori internazionali perché estendano il sostegno ai rifugiati e ai Paesi che li ospitano, e per soddisfare gli urgenti bisogni umanitari in Siria, compresi quelli degli sfollati interni, delle comunità ospiti e delle persone di ritorno.
L’anno scorso sono stati ricevuti meno della metà di fondi necessari per il Regional Refugee and Resilience Plan per rispondere alla crisi dei rifugiati siriani.
Mentre i bisogni in Siria aumentano, le organizzazioni umanitarie chiedono con urgenza le risorse necessarie a rafforzare le loro operazioni nel pPaese.
L’Unhcr ha ricevuto il sette per cento dei 465,2 milioni di dollari necessari al suo lavoro in Siria nel 2022.
Un momento decisivo dove i Paesi potranno dimostrare il loro impegno sarà la conferenza dei donatori su Supporting the Future of Syria and the Region a maggio, appello all’azione per i rifugiati e le comunità ospiti nella regione, così come per le persone bisognose di aiuto all’interno della Siria", conclude l'agenzia Onu.