Annullato l’atto di nascita del figlio di una coppia gay: Milano come Padova
Il Tribunale civile milanese ha anche stabilito che per chiedere l’annullamento della trascrizione dei riconoscimenti dei figli di tre coppie di donne, nati all’estero con procreazione assistita, serve un altro «procedimento di rimozione dello stato di figlio»
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MILANO. Il Tribunale di Milano ha annullato la trascrizione dell'atto di nascita del figlio di una coppia di uomini nato con la maternità surrogata. Mentre ha stabilito che per chiedere l'annullamento della trascrizione dei riconoscimenti dei figli di tre coppie di donne, nati all'estero con procreazione assistita, serve un altro «procedimento di rimozione dello stato di figlio».
Lo ha deciso il Tribunale civile, al quale la Procura milanese aveva chiesto di annullare, sulla base della sentenza della Cassazione dello scorso dicembre, le registrazioni all'anagrafe del Comune di Milano dei figli di quattro coppie omogenitoriali. Il Tribunale di Milano, si legge in un comunicato che riporta i motivi delle decisione, era stato "chiamato a decidere su 4 impugnazioni proposte dalla Procura della Repubblica".
In sostanza, la pm Rossana Guareschi del dipartimento guidato dall'aggiunto Letizia Mannella aveva chiesto di cancellare le registrazioni di quelle trascrizioni e iscrizioni effettuate dal Comune dopo il deposito del verdetto della Suprema Corte, sulla base del quale anche la Prefettura, lo scorso marzo, aveva inoltrato una circolare relativa all'interruzione della registrazione dei figli di coppie omogenitoriali e proprio alla luce delle "impugnative" avviate dalla Procura a febbraio.
«In un procedimento - chiariscono i giudici - è stato chiesto l'annullamento della trascrizione dell'atto di nascita, riportante l'indicazione sia del genitore biologico sia del genitore intenzionale, relativo a un minore nato all'estero da due cittadini italiani, coppia omogenitoriale, con gestazione per altri/maternità surrogata».
«L'adozione si fa per avere un figlio quando non ne hai uno. Noi abbiamo avuto la fortuna di averli, concepirli, partorire, accudirli. Sono nati all'interno di un matrimonio, un rapporto che dura da 14 anni». ha detto così all'Ana, la mamma della coppia omogenitoriale che ha visto impugnare dalla Procura di Padova l'atto di nascita della figlia.
«I nostri figli - sono mamme di 2 bambini, un maschio e una femmina - ci chiamano mamma da sempre. Siamo già una famiglia come tutte le le altre. È una responsabilità che ci siamo assunte verso questi bambini, nati da due diverse madri, ma geneticamente fratelli».