L'Unesco: inserire Venezia nella lista dei patrimoni dell'umanità a rischio
La combinazione tra effetti dei cambiamenti climatici in atto e un turismo eccessivo mette in pericolo il futuro della perla lagunare, servono nuovi piani per contrastare questa tendenza
PARIGI. «Venezia tra i patrimoni dell'umanità a rischio»: il World Heritage Centre dell'Unesco raccomanda di inserire la città nella lista dei Patrimoni universali in pericolo. «Il continuo sviluppo, gli impatti dei cambiamenti climatici e del turismo di massa rischiano di provocare cambiamenti irreversibili all'eccezionale valore universale» di Venezia, avverte il ramo dell'Unesco, che invoca l'iscrizione della Serenissima nella black list dei beni a rischio.
Questa raccomandazione, per essere attuata, dovrà essere votata a settembre dagli Stati membri dell'organismo Onu con sede a Parigi.
«La radio e i giornalisti gridano sempre: Venezia muore!», cantava Francesco De Gregori in un brano del 1985. Quasi quarant'anni dopo, a lanciare un nuovo, appello per la salvaguardia della città lagunare sono gli esperti internazionali dell'Unesco. Per loro, le misure finora messe in campo dall'Italia per lottare contro il deteriorarsi della situazione sono «insufficienti». L'auspicio è che «l’iscrizione susciti un più forte impegno e una più vasta mobilitazione degli attori locali, nazionali ed internazionali».
"Venezia è stretta in una tenaglia tra spopolamento e overtourism che sta condannando la più bella città del mondo a un futuro da Disneyland". Così Sebastiano Venneri, responsabile territorio e innovazione di Legambiente.
"Lo denunciamo da anni puntando il dito contro un eccessivo turismo di massa, le grandi navi, inutili progetti faraonici e l'ampliamento aeroportuale, la crisi climatica e l'aumento del livello del mare, che stanno mettendo sotto scacco una delle città più amate e visitate al mondo, la punta di diamante del nostro sistema turistico italiano, ma anche una delle città più fragili. Per questo - aggiunge - le anticipazioni diffuse oggi da alcuni quotidiani sul fatto che l'Unesco vorrebbe includere la città di Venezia nella lista dei siti in pericolo non ci stupiscono".
Quello di cui questa città d'arte ha bisogno, prosegue Venneri, "è una risposta concreta in termini di interventi non più rimandabili: a partire dal piano nazionale di adattamento al clima che il Paese sta ancora aspettando e che rappresenterebbe uno strumento fondamentale soprattutto per le città costiere, tra le più colpite dagli effetti della crisi climatica. Senza dimenticare che l'altro pilastro su cui lavorare è quello di ripensare il turismo in una nuova chiave sostenibile e di qualità".
"Se il turismo viene visto come il petrolio, questo è il momento di trasformarlo da fonte fossile a rinnovabile e sostenibile" conclude.