Politica / Lo scontro

Conte chiede il giurì d'onore dopo gli attacchi di Meloni sul Mes: "Ha detto il falso, ora ne risponderà"

Il leader M5S accusa la premier di aver pronunciato, intervenendo in Parlamento, "menzogne denigratorie che hanno offeso l'intero gruppo dei Cinque stelle"

ROMA. "Ho appena consegnato al presidente Fontana una richiesta di istituire un giurì d'onore" per "accertare le menzogne denigratorie del presidente del Consiglio Giorgia Meloni" in Aula sul Mes.

Lo ha annunciato il leader Giuseppe Conte in conferenza stampa.

"Io ho appena consegnato al presidente Fontana una richiesta di istituire un giurì d'onore e una commissione deputata ad accettare le menzogne denigratorie e la dolosa condotta di Giorgia Meloni che ha offeso l'intero mio gruppo che sulla questione del Mes ha sempre assunto posizioni per quanto sofferte ma chiare, ha danneggiato italia e umilia il parlamento. Non lo possiamo accettare ed è un precedente che non può essere derubricato come dialettica politica, sventolando un foglio che esso stesso smentisce il dichiarante", ha spiegato il leader M5s.

"Ho prima avvertito Fontana e poi ho presentato il ricorso. Data la gravità di questi comportamenti ho ritenuto di dover avvertire anche il presidente Mattarella", ha detto ancora Conte.

L'attacco della premier avviene in Parlamento, intervenendo al Senato il 13 dicembre in sede di replica dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo. La risposta arriva via social: "Giorgia non ti permettere", dice il leader M5s ed ex presidente del Consiglio in un video su Facebook.

Ecco che cosa hanno detto in questi giorni

"Il governo Conte alla chetichella ha dato l'assenso al Mes": ha detto Meloni, mostrando alle opposizioni il fax inviato all'allora rappresentante Massari da Luigi Di Maio in cui lo autorizzava a siglare il Mes.

E questo, ha aggiunto Meloni, è successo "il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti. Capisco la vostra difficoltà e il vostro imbarazzo, ma dalla storia non si esce.   Questo foglio dimostra la scarsa serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo" . 

 Il governo Conte, ha ribadito Meloni, ha dato l'assenso alla riforma del Mes "contro il parere del Parlamento, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, e con il favore delle tenebre".

Conte: 'Il Mes portato da Berlusconi nel 2011 con Meloni ministro'

 "Sapete chi ha portato il Mes in Italia? Il governo Berlusconi nell'agosto 2011 e tu Giorgia Meloni eri li' come ministro mentre, attenzione, io facevo l'avvocato. Tu eri gia li a fare danni. Bugie su bugie. Giorgia Meloni non ti permettere, leggiti gli atti parlamentari sulla riforma del Mes. Stai girando intorno sulla questione centrale. Adesso attribuisci a me la responsabilita' di aver apposto delle firme. Tu cosa facevi? Adesso si tratta di ratificare o meno il Mes: a decidere sei tu. Ormai decidi tutto tu, hai introdotto un premierato di fatto. Cantavi "no Mes, no Mes". Ora devi decidere". Lo afferma il leader M5s Giuseppe Conte in un video su Facebook nel quale replica alla premier Giorgia Meloni.

"Vorrei esprimere solidarietà alla Meloni, il suo staff avrebbe dovuto proteggerla, il foglio che ha esibito la premier smentisce quello che stava dicendo in Aula", ha detto Luigi Di Maio, ex ministro degli Esteri, e rappresentante dell'Ue nel Golfo, a Piazza pulita, su La 7 il giorno dopo che Meloni ha mostrato il foglio in Parlamento. 

Di Maio ha sottolineato che la sua autorizzazione, mostrata da Meloni, recava la data del 20 gennaio 2021, cioè sei giorni prima delle dimissioni del governo Conte, mentre Meloni ha sostenuto che il ministro non avesse dato il suo avallo dopo la caduta del governo e senza aver ascoltato il Parlamento.

Di Maio ha ironizzato:  "Meloni ha detto due cose - ha spiegato - una vera e una falsa. Quella vera è che il governo Conte ha firmato l'accordo sul Mes, il 30 novembre all'Eurogruppo, il 9 dicembre in Parlamento e poi Conte l'11 dicembre al Consiglio europeo. Poteva non farlo? Certo, ma non era minaccia per l'Italia. Ratificarlo non vuol dire utilizzarlo.

La stessa cosa può farla anche la Meloni". "Ciò che dice di falso, e mi dispiace - ha proseguito -, è che io abbia firmato l'atto in un momento in cui non ero nel pieno delle mie funzioni. Quel documento - ha aggiunto riferendosi al foglio mostrato in Aula da Meloni -porta la data del 20 gennaio 2021, il governo è caduto il 26. Sono abituato a ricevere attacchi di tutti i tipi, ma che si dica che anche gli ambasciatori siano complici di una cospirazione è sbagliato, esprimo loro solidarietà".

CHE COS'È IL GIURÌ D'ONORE

"Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione la quale giudichi la fondatezza dell'accusa'.

È l'articolo 58 del Regolamento della Camera che indica cos'è e quali sono le funzioni di un Giurì d'onore. Si tratta della commissione la cui costituzione è stata chiesta oggi dal presidente del M5s Giuseppe Conte per l'intervento di giovedì al Senato in cui la premier Giorgia Meloni, in replica al dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo, ha attaccato il governo Conte due sul Mes, mostrando in aula il fax con cui l'allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il 20 gennaio del 2021, diede istruzioni all'ambasciatore a Bruxelles di sottoscrivere le modifiche al fondo salva-Stati dell'Ue.

Toccherà al presidente della Camera Lorenzo Fontana, che guida il ramo del Parlamento in cui Conte è stato eletto, decidere sulla costituzione dell'organo che nasce per dirimere le controversie 'd'onore' tra i parlamentari.

L'ultima volta che un Giurì è stato costituito è successo proprio su decisione di Fontana il 31 gennaio scorso su richiesta del Pd per le dichiarazioni in aula di Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia, contro 3 deputati Dem per la visita in carcere all'anarchico Alfredo Cospito in regime di 41 bis e in sciopero della fame da oltre 100 giorni.

Nella prassi parlamentare la nomina di un Giurì d'onore presuppone tre elementi: innanzi tutto l'addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro nel corso di una discussione; in secondo luogo l'attribuzione di fatti determinati e non quindi l'espressione di un giudizio o una opinione; e infine la possibilità che la commissione di indagine - che non dispone di poteri coercitivi - possa acquisire elementi di conoscenza in ambito parlamentare o attraverso testimonianze spontanee degli interessati.

   

Il presidente della Camera, si legge ancora nel Regolamento, assegna 'un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione'.

    Il Giurì d'onore è uno strumento a cui non si ricorre molto di frequente, visto che raramente i deputati trascendono nel linguaggio senza incorrere in sanzioni più gravi. Il Regolamento stabilisce infatti che se un parlamentare ricorre 'a parole sconvenienti' (articolo 59) sia richiamato dal presidente e che sia espulso (articolo 60) se viene richiamato una seconda volta o se 'ingiuria uno o più colleghi o membri del governo'.

   

Nelle passate legislature Giurì d'onore furono costituiti per giudicare su parole e toni eccessivamente forti usati da alcuni deputati, come nei cosi di Benito Paolone di An nel 2004 e Franco Barbato di Italia dei valori nel 2010 e nel 2012. A volte la costituzione del Giurì viene evitata grazie alle scuse dell'accusatore, come è successo l'11 dicembre del 2009 con le scuse di Maurizio Paniz di Forza Italia a Marco Minniti per le sue affermazioni del giorno precedente. 

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