Caso Pifferi: legale psicologa, intollerabile condotta del pm

Avvocato di un'indagata: "Viene processata in aula senza difesa"

MILANO

(ANSA) - MILANO, 05 MAR - Nel processo ad Alessia Pifferi, imputata a Milano per aver lasciato morire di stenti la figlia, "il pubblico ministero continua in realtà ad occuparsi della posizione della mia assistita" e "sostanzialmente si sta celebrando il processo a suo carico, in palese violazione del contraddittorio" e con "una modalità di condotta della pubblica accusa che non può più essere tollerata, perché fatta in dispregio del diritto di difesa". Lo denuncia l'avvocato Mirko Mazzali, legale di una delle due psicologhe perquisite nelle scorse settimane e indagate, assieme all'avvocatessa di Pifferi, nell'inchiesta parallela del pm Francesco De Tommasi e della Polizia penitenziaria per falso e favoreggiamento che ipotizza presunti illeciti per aiutare l'imputata ad ottenere la perizia psichiatrica. L'avvocato Mazzali fa riferimento a quanto accaduto in udienza ieri. "Apprendo con sempre più sconcerto e apprensione, dalla lettura dei quotidiani, quello che avviene nel processo Pifferi", chiarisce il difensore della psicologa 58enne. "Filtrano in continuazione notizie di nuovi possibili indagati - aggiunge - il pubblico ministero ad ogni udienza non manca di 'svelare' nuovi atti di indagine, di preannunciare la possibilità di potere dimostrare altri fatti, con modalità francamente inusuali. È evidente - prosegue Mazzali - che questa situazione, assolutamente anomala, per i danni che sta creando alla mia assistita, non può passare sotto silenzio". Se il processo "a carico della mia assistita", dice l'avvocato, "si svolge senza possibilità per la difesa di interloquire, il ruolo di questo difensore è pregiudicato in modo irreparabile. Se formalmente tutto ciò è legittimo - chiarisce ancora - non ne dubito, si tratta però di una modalità di condotta della pubblica accusa che non può più essere tollerata". Per questi motivi, conclude il legale, "ove tale situazione non venisse a cessare, mi vedrò costretto, mio malgrado a rinunciare a una difesa, che allo stato è inutile". (ANSA).

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