Trump insiste sul progetto «riviera»: mi impegno ad acquistare e controllare Gaza
Secondo il presidente americano, poi alcune aree della striscia diventata attrazione turistica potrebbero essere concesse a Paesi del Medioriente, mentre per i palestinesi è prevista
NEW YORK - Donald Trump ha detto di essere impegnato ad acquistare e controllare Gaza. Lo ha detto a bordo dell'Air Force One, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg. Donald Trump ha detto di essere impegnato ad acquistare e controllare Gaza, ma potrebbe concedere alcune aree ad altri Paesi del Medioriente così da aiutare nella ricostruzione.
"Questa è l'illegalità al potere. Siamo di fronte a un orrendo modo, da businessman, di gestire la politica estera: ossia spargere caos da uomo più potente del mondo per poi vedere cosa può ottenere in cambio": così a Repubblica l'avvocata britannica Nomi Bar-Yaacov, studiosa di Medio Oriente, rispetto al piano Trump per Gaza.
"Ciò detto - spiega - non credo che il suo piano di Gaza come riviera, con tutti i palestinesi cacciati, si avvererà mai. Perché non può essere messo in pratica. Così come la conquista di Canada, Groenlandia o del Canale di Panama. Nessun Paese arabo accoglierà così 2,4 milioni di profughi, al massimo piccole cifre. Ma soprattutto, si tratta di un piano assolutamente illegale nei confronti del diritto internazionale, incluso quello umanitario. Trump invece sta parlando di una pulizia etnica nell'area, costringendo una intera popolazione a lasciare la propria terra".
"Nessun palestinese - si dice sicura - lascerà volontariamente Gaza. Saranno pochi quelli che accetteranno di farlo. Con queste premesse, neanche un alleato degli Usa come l'Arabia Saudita potrà sostenere una simile idea, senza un piano chiaro per lo stato palestinese. Sarebbe come requisire tutte le terre dei palestinesi. E la maggioranza degli israeliani non vuole occupare Gaza. Vuole vivere in pace".
Ma se Trump e Netanyahu decidessero davvero di occupare Gaza, chi potrebbe fermarli? "Gli israeliani con le loro proteste - risponde - Inoltre, i Paesi occidentali imporre sanzioni commerciali contro Usa e Israele, se ci tenessero davvero al diritto internazionale e se avessero una coscienza nei confronti dei palestinesi ma anche degli israeliani".
Il primo annuncio di Trump risale alla settimana scorsa, pur riprendendo una idea già manifestata in passato: "Gaza è un inferno, nessuno ci vuole vivere. I palestinesi adorerebbero andarsene", aveva detto nello Studio Ovale prima dell'incontro con Netanyahu. Ma mentre prima Trump sembrava ipotizzare un ritorno degli sfollati dopo la ricostruzione "in un posto bello, con case bellissime e dove possono essere felici e non essere colpiti, uccisi o accoltellate a morte", in conferenza stampa con il premier israeliano è sembrato suggerire che i palestinesi se ne vadano per sempre per lasciare il posto "alle persone del mondo" che faranno a gara per accaparrarsi una proprietà nella nuova Striscia.
Nessun presidente americano aveva mai pensato di risolvere il conflitto israelo-palestinese prendendo il controllo di Gaza e sfrattandone la popolazione per un periodo o per sempre. Inoltre, non è chiaro se questo piano prevede il dispiegamento di truppe militari in territorio palestinese.