Elogiodi donna Veronica
Seè dunque vero che la signora Miriam Raffaella Bartolini, alias VeronicaLario, ha convenuto alfine che errare è umano, ma perseverare èdiabolico, e dopo aver compiuto lo sbaglio di sposare il futuropresidente del consiglio ha deciso di separare il suo futuro da quellodel marito scoppiettante di ormoni che non si rassegna a invecchiaretranquillo, giù il cappello a Donna Veronica.
Non che rischi una terza età di povertà, s'intende, ma comunque civuole del coraggio a cantare fuori dal coro delle decine di milioni diitaliane e italiani che adorano il premier qualsiasi genialità oscemenza dica o faccia, così, a prescindere.
Non a caso sui blog forzisti già imperversa il tiro alla Lario:ingrata, venduta, sinistra, avida, querula, esibizionista enaturalmente criptocomunista.
DonnaVeronica ha avuto l'ardire di dichiarare ciò che gli uomini di corte dicui si circonda il premier non hanno mai avuto il coraggio di dire: nonse ne può più delle ministre scelte in base al photobook e di questeliste elettorali zeppe di veline et similia che possono solo vantare labellezza dell'asino. (Qui però bisognerebbe anche dire che democraticie dipietristi non possono scagliare la prima pietra, perché ditelegiornalisti fotogenici e di campioni in pensione e di attori instandby è zeppa la storia di tutti i partiti...).
Donna Veronica ha osato, e Messer Feltri, che non è solo un giornalistadi strarazza ma anche il miglior interprete della berlusculturanazionale, l'ha subito sbattuta in prima pagina, in una foto di scena aseno desnudo. Titolo "Veronica velina ingrata", didascalia: “Lostriptease di Veronica Lario durante la rappresentazione teatrale de"Il magnifico cornuto" (ma che magnifico geniale mascalzone che sei, VittorioFeltri!) messa in scena al Manzoni di Milano nel marzodel 1980. Fra gli spettatori c’era il giovane imprenditore SilvioBerlusconi”. Che sarebbe stata una magnifica risposta, se quel seno nonfosse stato esibito un'era glaciale fa, 29 anni, 10 anni prima disposarlo, in teatro, davanti a un Esse Bì ben lungi dallo scendere incampo, e non per ottenere un posto in lista visto che non risulta chela signora Lario si sia mai candidata. E allora, mister Feltri, chec'azzecca? Ma Feltri, cacciatore di razza, azzanna la volpe ferita e disicuro delizia il marito e il popolo acclamante dei suoi votanti.
E poi questa signora Miriam Raffaella Bartolini, se non altro andrebbeelogiata per aver scelto un nome d'arte così elegante. Veronica, cheprofuma di tango corride e femmine fatali. E Lario, un deliziosocognome lacustre, manzoniano, dai riflessi blu acqua.
Confesso che non l'ho mai vista né a teatro né al cinema né in tv, enon so dire se questa ragazza bolognese del '56 sia una vera artista,una a livello di suo marito, intendo. Non so neppure se sia vero ildettaglio un po' macabro riportato da Wikipedia: "Sul grande schermo èstata protagonista nel film 'Tenebre' di Dario Argento (1982):in una celebre scena di tale pellicola siede ad un tavolo vicino ad unafinestra con una pistola sapendo di essere inseguita da un killer;all'improvviso un'ascia viene gettata dalla finestra e le recide dinetto la mano: il sangue che fuoriesce dall'arto mozzato schizza su unaparete, prima che lei venga uccisa dall'assassino. Nei successivipassaggi televisivi avvenuti sulle reti Mediaset sembra che tale scenasia stata tagliata".
Non so se, per i berluscones che in questigiorni la bersagliano coi peggiori insulti, Donna Veronica meriti unsimile epilogo. Non so neppure se abbia ragione nel ritenere suo maritomalato di "lolitismo": il problema dei maschi di successo è che sisentono sempre dei ragazzi a caccia di penne (come direbbero al BarMargherita di Pupi Avati), e che importa se hanno 68 anni e la bambina18, loro dentro non sono mica invecchiati, si sentono pugnaci erampanti come i giovanotti che erano, anzi fin meglio.
So solo che i contorni dell'ultima scappatella del marito di DonnaVeronica, alla festa per i 18 anni dell'ultima lolita, la napoletanache lo chiama "papi", cioè Noemi Letizia (nome e cognome soavissimi)hanno i contorni dell'autentica pochade, della farsa all'italiana chesolo uno Steno o un Monicelli in stato di grazia potrebbero raccontarein un film con Albertone Sordi. Sentite lo straordinario racconto diFulvio Bufi sul "Corriere della Sera", che spiega come mai il premiersia diventato amico di Noemi, di mamma Anna e di papà Benedetto Letizia(un nome papale!!!).
"Benedetto ha commentato con qualche conoscente la visita del premier alcompleanno di Noemi dicendo che lo ha fatto 'per la nostra anticaamicizia'. Berlusconi dice che lui quell'uomo lo conosce da anni: 'È unvecchio socialista, era l'autista di Craxi'. Ma si sbaglia, assicurachi l'autista di Craxi lo conosceva bene. Come Bobo, il figlio:'L'autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto ed è morto. Quindi Berlusconi proprio si confonde.Benedetto Letizia fu effettivamente molto vicino al Psi, però non hamai fatto l'autista ma sempre l'impiegato comunale. E lo faceva anchenel febbraio 1993, quando fu arrestato con l'accusa di peculato econcussione per una tangente da 35 milioni. Una vicenda giudiziariaormai estinta, e lui, dopo tre sospensioni, nel 2007 è tornatodefinitivamente a lavorare al Comune di Napoli'.
Equi tutto si tiene: Craxi, le ballerine, la Milano da bere, il cuore diNapoli, papi, il profumo di tangente, i giudici cattivi. Affinitàelettive, perfetta letizia.
Se ora Donna Veronica non trangugia più l'ultima fiammetta e prendecappello, vogliamo darle torto? Lo lasci nel suo mausoleo di Arcore,viva felice con i suoi alimenti, e se proprio vuole diventaremiliardaria come lui, scriva un libro su di Lui. Il titolo? Be', peresempio: "Papi, che magnifico birbante".