Destini paralleli: furbetti di casae furboni d'Oltreoceano

di Renzo Moser

Dei nostri furbetti dei vari quartierini finanziari, si sono perse le tracce. I più informati, sui destini di quei gaglioffi che per un breve ma intenso periodo monopolizzarono le pagine economiche dei maggiori quotidiani nazionali e che i tg presentavano come le nuove leve della finanza, sembrano essere i paparazzi, capaci di cogliere il furbetto di turno in un locale «in» di Porto Cervo o su una spiaggia tropicale.
Non molto peggio se la passano autentici furboni, come ad esempio Calisto Tanzi, l’ex patron di Parmalat, riconosciuto colpevole in primo grado dei reati di aggiotaggio, ostacolo all'attività degli organi di vigilanza, concorso in falso con i revisori e condannato, nel dicembre del 2008, a dieci anni di reclusione.
Tanzi attende l’esito dell’appello nella sua lussuosa villa di Collecchio. C’erano voluti tre anni di processo per arrivare a una condanna che ancora non è esecutiva. Migliaia di rispamiatori beffati dal crac Parmalat aspettano con poche speranze, ma si potrebbero anche ricordare i casi Cirio, Giacomelli e tanti altri.
Cambiamo scenario e voliamo in America. Pochi mesi fa, a fine 2008, venne alla luce la colossale truffa orchestrata da Bernard Madoff, fino ad allora considerato una sorta di re Mida di Wall Street. Aveva gabbato per anni fior di investitori, mandando in fumo i risparmi di una vita di molte famiglie. Ieri, a meno di sette mesi dal suo arresto, l’11 dicembre 2008, Madoff è stato condannato dalla corte del distretto federale di Manhattan a 150 anni di prigione. Gli Stati Uniti non hanno avuto molto da insegnarci negli ultimi tempi, ma dal caso Madoff sì, possiamo imparare qualcosa.

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